Il mondo doveva finire nel 2012. Un disaster movie e la profezia che "liquefa" la Terra

Per anni in molti hanno creduto che il mondo finisse nel 2012 a causa di una profezia Maya: ed è questa credenza che Roland Emmerich ha sfruttato per realizzare il suo disaster movie

Il mondo doveva finire nel 2012. Un disaster movie e la profezia che "liquefa" la Terra

Non è certo un mistero che i palinsesti estivi dei canali in chiaro del digitale terrestre tendano a prediligere i film di stampo apocalittico e/o thriller, per cercare di tenere avvinta l'attenzione dello spettatore. 2012, il film che va in onda questa sera alle 21.30 su TV8, rientra proprio in questo genere di lungometraggi e, come forse si può intuire dal titolo, è una trasposizione fantasiosa della teoria secondo la quale il mondo sarebbe dovuto finire nell'ormai lontano dicembre 2012.

2012, la trama nel dettaglio

Diretto da Roland Emmerich e uscito al cinema nel 2009, 2012 prende il via in realtà nel 2009, quando un consulente scientifico della Casa Bianca (Chiwetel Ejiofor) individua alcune tempeste solari che a lungo andare porteranno alla liquefazione del mantello terrestre, causando in questo modo terremoti dalla potenza inaudita, tsunami dalle onde senza precedenti ed eruzioni vulcaniche. Comprendendo che la situazione rischia di diventare mortale per l'intera razza umana, al G8 dell'anno successivo i governi delle grandi potenze si rendono conto che nell'arco di due anni la situazione diventerà davvero pericolosa e cercano di mettere in atto delle soluzioni per arginare le tragedie che si profilano all'orizzonte, pur mantenendo il segreto con la popolazione. Questo perché il piano prevede di salvare solo una piccola parte dell'umanità, come si era già visto in film come Deep Impact. Intanto, mentre in segreto vengono costruite delle enormi scialuppe che richiamano l'Arca di Noé, la vita del complottista Charlie (Woody Harrelson), dello scrittore Jackson (John Cusack) e della sua ex moglie Kate (Amanda Peet) si intrecciano, mentre un terremoto di 10.9 gradi rade al suolo Los Angeles e parte di San Francisco. Sarà l'inizio di una corsa contro il tempo, mentre il mondo rischia di finire una volta per tutte.

La teoria alla base del film

Se non si tiene conto del sempre più nutrito gruppo di complottisti che vanno a cercare prove e teorie su internet e in siti dall'affidabilità quanto meno incerta, la teoria secondo la quale il mondo e l'umanità sarebbero finite nel 2012 non ha mai incontrato la preoccupazione degli scienziati o degli esperti di astronomia. Anche la popolazione mondiale non ha mai davvero creduto a questa teoria, eppure nel dicembre del 2012, il 21 dicembre, non sono pochi quelli che hanno sentito comunque un brivido lungo la schiena.

Ma da dove nasceva l'idea che nel 2012 ci sarebbe stata una catastrofe tale da cancellare il mondo e il sistema solare? Tutto viene fatto risalire ai Maya e al loro calendario, ideato più di duemila anni fa. Come si legge su History, infatti, il calendario Maya aveva una struttura che si basava su due cicli annuali sovrapposti: un anno sacro che contava 260 giorni e un anno secolare di 365 giorni, diviso in diciotto mesi a loro volta suddivisi in 20 giorni Ogni giorno era identificato da un numero e da un nome, che cambiava a seconda che si trattasse dell'anno sacro o dell'anno secolare. Il ciclo di questo calendario durava 52 anni, trascorsi i quali il calendario si azzerava per ricominciare da capo.

Proprio perché si basava su un calcolo prettamente matematico, il calendario dei Maya poteva andare avanti potenzialmente all'infinito: non a caso era conosciuto come un calendar round, un calendario rotondo, proprio per dare l'idea del cerchio che, da sempre, è simbolo di qualcosa che non ha inizio e non ha fine, ma è un circolo perenne. Tuttavia, proprio per questo suo essere infinito, questo calendario rendeva difficile posizionare cronologicamente gli eventi che accadevano e per questo un prete del 236 a.C. decise di mettersi a lavoro per creare il Long Count Calendar, che consisteva nel contare ogni giorno a partire da una "data x" che secondo alcuni studiosi era l'11 o il 13 agosto del 3114 a.C. Anche in questo caso i giorni erano raggrappati in cicli a seconda della distanza dal punto di partenza: ad esempio c'era baktun, (che contava 144.000 giorni) o k'atun (che invece ne contava 7.200) e così via.

Questo secondo calendario, però, funzionava come il primo: ossia per cicli. Concluso un ciclo ne iniziava subito un altro. La differenza era tra gli intervalli: se i cicli del primo calendario duravano appena 54 anni, quelli del secondo avvenivano ogni 13 baktun, perciò ogni 5.139 anni solari. Secondo questo calcolo, il loro Grand Cycle - il ciclo del calendario lungo - sarebbe finito il 21 dicembre 2012. Stando alla ricostruzione fatta da National Geographic per i Maya questa data significava solo la fine di un ciclo e l'inizio di uno nuovo. La lettura per cui quella data rappresentasse la fine del mondo e dell'umanità è una lettura contorta, fatta dagli occidentali.

Una "profezia" nata dal ritrovamento di una lastra di roccia trovata in Messico, nello stato di Tabasco, che presentava dei glifi danneggiati e perciò difficili da tradurre e interpretare. In questo reperto, chiamato Monument 6, Stephen Houston dell'università di Brown e David Stuart dell'università del Texas, nel 1996 trovarono una profezia che parlava di un "entità divina" che sarebbe discesa sulla terra "alla fine di Baktun 13". Proprio l'impostazione di questa profezia è ciò che ha fatto credere a molti, soprattutto nel Novecento, che i Maya avessero predetto la fine del mondo, quando è invece assai più probabile che avessero scritto una profezia su un dio buono che avrebbe chiuso il ciclo di Baktun 13 e bendetto l'inizio di quello nuovo.

Nel corso degli anni, però, le teorie sulla fine del mondo hanno continuato a proliferare e, come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, queste teorie hanno incluso lo scontro con un fantomatico Pianeta X, l'inversione dei poli terrestri con conseguenze distruzione a seguito del cambio di magnetismo, ma anche la presenza di diversi buchi neri che avrebbero "divorato" il sistema solare, fino a farlo sparire del tutto.

Oggi, a dodici anni di distanza dal 2012, è provato che i Maya non avessero affatto previsto la fine del mondo e che la piaga delle fake news e della manipolazione delle informazioni non è di certo un problema recente.

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