“The Flash”, il cine-comic Dc è un delizioso pasticcio

Film sui paradossi temporali che pecca di incoerenza, ha effetti speciali approssimativi, eppure funziona grazie a nucleo emotivo solido e buffonerie efficaci. Un plauso ai fantastici camei

“The Flash”, il cine-comic Dc è un delizioso pasticcio
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The Flash”, il nuovo capitolo dell’universo DC, vede alla regia Andy Muschietti e si candida a essere uno dei cinecomic recenti più spassosi. Forte della propria orgogliosa imperfezione e di un assemblaggio tonale mai così eterogeneo, il film trova nel proprio andamento irregolare e nello scanzonato disordine il proprio appeal.

Barry Allen (Ezra Miller) è sulle spine, alla vigilia dell'ultimo appello in tribunale di suo padre (Ron Livingston), il quale rischia ingiustamente di venir condannato per l'omicidio della moglie (Maribel Verdú). Afflitto per la situazione senza speranza, Barry (in versione Flash) inizia a correre sempre più forte fino a trovarsi in grado di tornare nel passato. Prende quindi la decisione di tentare di salvare la sua famiglia modificando un semplice particolare. Nonostante gli ammonimenti a riguardo di Wayne (Ben Affleck), compie quanto deciso e non solo altera inavvertitamente il futuro, ma finisce bloccato in una linea temporale alternativa. L’anno è il 2013, Barry incontra se stesso diciottenne, o meglio una versione decisamente più sciocca di sé, e si allea a un Batman che non è esattamente quello da lui conosciuto. L’idea è cercare Superman prima che sia trovato dal generale Zod (Michael Shannon) e salvare il mondo in cui si trova per poi tornare al futuro che conosce. A fare la differenza sarà l’incontro con Kara Zor-El aka Supergirl (Sasha Calle).

“The Flash” è una storia sulle origini di un supereroe in cui azione e fantascienza si mischiano in modo esplosivo.

Sebbene divertente, la narrazione è a tratti fin troppo disordinata e ricca di espedienti che mettono a dura prova la coerenza logica dell’insieme. Se ci sono alcuni momenti meravigliosi, sono quelli legati ad uno spudorato fan service: camei ilari e al contempo intelligenti.

L’inizio del film, con un gruppo di neonati che precipitano dal piano alto di un ospedale, è una scena che pare una lunga gag al rallentatore e vorrebbe farsi cult, non a caso viene poi ripresa anche nei titoli di coda.

"The Flash" propone il sempreverde labirinto delle linee temporali in modo originale, paragonando il multiverso a una scodella di spaghetti, rendendolo comprensibile e al contempo esilarante. La metafora si rafforza poi grazie al fatto che nel film il passato e il futuro di Flash si giocano attorno a una lattina di pomodori.

Ezra Miller se la cava nell’interpretare un doppio ruolo: convince sia negli inserti comici sia in quelli commoventi relativi alla relazione del suo personaggio con la madre.

Il vero paradosso infinito del film è che gran

parte della computer grafica lasci molto a desiderare. Nonostante la notevole inventiva e le numerose interazioni tra personaggi dell’universo cui “The Flash” rende omaggio, la durata resta davvero eccessiva.

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