Feste rumorose in condominio: come regolarsi (e cosa dice la legge)

Organizzare una festa nel proprio condominio non comporta la richiesta di autorizzazione, ma è importante conoscere le regole da rispettare per non incorrere nel reato di disturbo della quiete pubblica

Feste rumorose in condominio: come regolarsi (e cosa dice la legge)

A differenza di chi vive in un’abitazione autonoma, per chi vive in condominio ci sono alcune importanti norme che devono essere rispettate per evitare problemi con i propri vicini. Ciò può accadere, ad esempio, nel caso in cui si voglia organizzare una festa privata e mettere anche della musica. Ma quali sono gli orari condominiali per le feste? Il regolamento condominiale prevede regole a riguardo? Ecco cosa c’è da sapere.

Cosa dice la legge

Chi intenda organizzare una festa nel proprio condominio, deve essere a conoscenza degli orari in cui il rumore prodotto da musica o schiamazzi può risultare molesto per gli altri condòmini. Bisogna innanzi tutto consultare il regolamento condominiale, in cui sono indicati gli orari in cui è necessario rispettare il silenzio. La clausola sugli orari in cui non si può fare rumore viene di solito votata dall’assemblea condominiale all’unanimità. Nel caso in cui non fosse presente, si dovrà fare riferimento all’articolo 844 del Codice civile. L’articolo stabilisce che “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”. Viene in pratica considerato intollerabile un rumore di fondo proveniente dall’esterno di un edificio che supera i 3 decibel. Sforare il limite è facile, soprattutto di notte, quando c’è minor rumore, e nel corso di una festa.

Quali possono essere dunque le conseguenze legali, nel caso in cui si decida di organizzare una festa nel proprio condominio? Nell’ipotesi in cui il rumore prodotto arrecasse fastidio soltanto ai vicini accanto, al piano di sopra o al piano di sotto, cioè a un numero limitato di persone, si commetterebbe un illecito civile e si potrebbe dover pagare per gli eventuali danni causati. Qualora, invece, si disturbasse tutto il condominio, o la maggior parte dei vicini, superando i limiti consentiti dalla legge, si incorrerebbe nel reato di disturbo della quiete pubblica, disciplinato dall’articolo 659 del Codice penale, che recita: “Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309. Si applica l‘ammenda da euro 103 a euro 516 a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”.

In quali casi si può presentare denuncia

Come abbiamo visto, il Codice penale prevede il reato di disturbo alla quiete pubblica, che si configura quando i rumori superano la normale tollerabilità, causando disturbo al riposo o alle attività delle persone. Per procedere con una denuncia, però, è necessario che il disagio raggiunga molte persone, non solo i vicini più prossimi. In altre parole, il reato è valido solo se una buona parte del palazzo o degli edifici circostanti viene disturbata dal rumore. Se si dovesse verificare questa condizione, è possibile segnalare la festa rumorosa alla polizia o ai carabinieri. Non dev’essere necessariamente una segnalazione congiunta da parte di tutti i condomini; anche un singolo inquilino può rivolgersi alle autorità per chiedere un intervento urgente.

Gli agenti, mediante un apposito verbale, attesteranno la presenza della festa rumorosa e il disturbo arrecato alla quiete pubblica. Il verbale, considerato valido in quanto redatto da pubblici ufficiali, sarà poi inviato alla Procura della Repubblica. In seguito verrà nominato un pubblico ministero che, dopo le indagini, avvierà il processo nei confronti del responsabile. È importante notare come la denuncia non sia necessaria, poiché il reato di disturbo alla quiete pubblica è procedibile d'ufficio. La verifica da parte delle autorità è sufficiente per avviare l'azione penale, obbligatoria per lo Stato.

La legge prevede comunque la non punibilità penale per reati non abituali, sanzionati con una pena inferiore a cinque anni, a condizione che il danno prodotto sia limitato. Tuttavia, se il condòmino ha un passato di feste rumorose e ha già causato problemi in condominio, non potrà usufruire di questo beneficio e sarà condannato penalmente.

Se il disturbo è “limitato”

Potrebbe accadere che la festa sia rumorosa, ma non così tanto da disturbare tutto l’edificio, coinvolgendo solo uno o due vicini. In questa eventualità, non sarà possibile denunciare il responsabile, poiché il reato di disturbo alla quiete pubblica si configura, come detto, solo nel caso in cui rumore possa essere udito da un numero indeterminato di persone. Situazioni simili sono difficilmente gestibili nell’immediato, in quanto nessuna autorità può intervenire. Inutile chiamare carabinieri, polizia, o l'amministratore di condominio, a meno che nel regolamento condominiale non sia prevista una clausola che limiti il rumore oltre un certo orario. In questo caso, l'amministratore può intervenire per far rispettare il regolamento.

Se la festa arriva a infastidire tutto il condominio, potrebbe costituire una possibile tutela l'invio di una diffida scritta al responsabile, minacciando azioni legali. Tramite un avvocato e anticipando le spese legali, è possibile avviare un giudizio d'urgenza per far terminare le condotte moleste. Non è possibile però richiedere in quella sede un risarcimento, che dovrà essere richiesto in una causa più lunga, a condizione che si riesca a dimostrare un danno effettivo e non solo ipotetico.

Consiglio "bon ton"

Fatto salvo, naturalmente, quanto esposto fin qui, e il rispetto delle norme di convivenza civile (oltre che di quelle del condominio, se presenti), chi decida di organizzare una festa "importante" e non lo faccia di continuo, potrebbe esporre nell'atrio dell'edificio o in un luogo visibile a tutti un avviso, scusandosi in anticipo per l'eventuale disturbo (che non vuol dire ritenersi liberi di fare

ciò che si vuole, si badi), invitando magari gli altri condòmini, o almeno i più prossimi, a partecipare. Non è detto che ciò accada, ma il gesto potrebbe essere comunque apprezzato, contribuendo a non alimentare tensioni.

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