Pensioni, il piano per le donne: il governo valuta anticipo di 4 mesi per figlio

I sindacati hanno incontrato il governo per discutere dell'anticipo pensionistico delle donne con figli: ecco le ipotesi in campo e cosa potrebbe cambiare sui giovani

Pensioni, il piano per le donne: il governo valuta anticipo di 4 mesi per figlio

Il governo sta valutando un metodo per poter anticipare di 4 mesi l'accesso a tutte le tipologie pensionistiche per ciascun figlio valorizzando, in questo modo, la maternità: è questa l'ipotesi spiegata dai sindacati durante l'incontro tra il sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon, e le siglie Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Cosa può cambiare

Secondo le prime indiscrezioni, la misura comporterebbe una spesa di 700 milioni di euro che dovrà essere valutata dal Mef e dal ministro del Lavoro, Marina Calderone. In realtà, la possibilità di anticipare di 120 giorni il pensionamento per le donne per ciascun figlio, è contenuto all'interno della riforma Dini se vengono considerate le pensioni calcolate con metodo del contributivo puro. Adesso, però, il governo Meloni vorrebbe allargare questa platea dei pensionandi anche con il sistema misto.

"Idea in valutazione"

"Al tavolo tra sindacati e ministero del Lavoro sulla previdenza non è stata presentata una proposta del governo sull'uscita delle donne dal mercato del lavoro", ha spiegato all'Agi il sottosegretario, specificando che l'incontro è stato "interlocutorio" e dedicato alla riforma delle pensioni delle donne ma anche dei giovani in generale. "È stata vagliata la possibilità di anticipo in relazione al numero di figli, i sindacati propongono 12 mesi ed altri come Confindustria 4 mesi; noi abbiamo detto solo che sono ottime idee che valuteremo ma non sappiamo ora come si potranno concretizzare: dipende dalla consistenza economica della copertura". Per adesso, quindi, si tratta soltanto di ipotesi che saranno vagliate con più attenzione e discusse nelle prossime settimane, si cerca di venire incontro alle esigenze delle donne "ma non abbiamo fatto alcuna proposta".

"Bene pensare a sconto"

Un plauso sull'incontro viene dal segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone, che ha considerato l'incontro utile nel metodo e nel merito specificando che la nuova Opzione donna sarà, molto probabilmente, differente da quella passata. Il dirigente confederale, Fiovo Bitti, ha sottolineato l'importanza e l'interesse con cui il governo ha accolto con interesse "anche l'ipotesi che possa essere introdotto uno sconto di 4 mesi per figlio su tutte le forme pensionistiche. Si potrebbe anche pensare a un assegno più ricco, in alternativa all'uscita anticipata".

L'ipotesi di anticipo pensionistico per le donne è stato accolto favorevolmente anche dal segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, allargando "a chi sta nel sistema misto la portata di una norma che già esiste per chi rientra nel contributivo puro e l'apertura a ragionare di una integrazione al trattamento minimo per chi ha contributi solo dopo il 1995", ha spiegato Ganga.

Cosa succede con i giovani

Come detto, molta attenzione anche ai giovani che hanno carriere discontinue: per questa categoria il tavolo di confronto sarebbe orientato a integrare il minimo qulora si percepissero pensioni molto basse alla fine della carriera lavorativa.

Bitti ha spiegato che è necessario avere una "pensione di garanzia" indipendentemente dalla continuità, o meno, della propria carriera e dall'età anagrafica. Da qui si è ipotizzata l'integrazione al minimo sulle pensioni contributive basse "fermo restando che non deve passare l'idea che non serva versare i contributi per avere la pensione".

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