Quanto costa avere un figlio in Italia

Secondo dati Istat e Banca d’Italia, nel nostro Paese mantenere un figlio fino al compimento dei 18 anni costa più di 600 euro al mese. Tra le voci di spesa più importanti, gli asili nido. Resta il divario fra Nord e Sud

Quanto costa avere un figlio in Italia

645 euro al mese. Tanto costerebbe ad ogni famiglia italiana un figlio, dalla nascita fino al compimento dei 18 anni. A dirlo è la Banca d'Italia, sulla base di una rielaborazione di dati Istat raccolti tra il 2017 e il 2020 su nuclei composti da due adulti e uno o più minori, cioè una famiglia italiana standard. La cifra comprende acquisti di beni e servizi destinati esclusivamente ai figli, fra cui spese alimentari, per i trasporti e per la casa. Buona parte dei costi riguarda il tempo libero come hobby e sport, seguiti da istruzione (cioè nidi e scuole), abbigliamento e salute, per un totale che si attesta ad un quarto del reddito medio delle famiglie. Quasi una rata del mutuo, verrebbe da dire, se non fosse che anche quelle continuano a crescere, proprio come i figli.

Nel 2020 la spesa è stata leggermente inferiore, 580 euro, ma solo per le restrizioni dovute alla pandemia, che hanno comunque limitato spostamenti e spese relative al tempo libero. Per il resto, le voci più “pesanti” sono legate ai prodotti dell'infanzia come i pannolini e, soprattutto, gli asili nido, tuttora insufficienti.

Sempre meno figli e sempre più “cari”

Crescere un figlio nel nostro Paese diventa sempre più costoso. Secondo Moneyfarm, il mantenimento di un figlio da 0 a 18 anni comporterebbe una spesa tra i 96.000 e i 183.000 euro. Cifre cui fanno eco quelle dell'Osservatorio di Federconsumatori, che ha stimato un costo medio di 175.642 euro, con una media di oltre 7.000 euro l'anno. Analizzando circa 150 voci, lo studio ha rilevato come, con l’aumentare dell’età, crescano anche le spese. Se fino ai tre anni si spendono per un figlio tra i 10.000 e i 25.000 euro, dai 4 ai 5 anni la cifra va dai 10.000 ai 27.000, dai 6 agli 11 si aggira tra i 28.000 e i 48.000 euro e dai 12 ai 18 anni varia tra i 45.000 e i 74.000 euro.

Entrando più nel dettaglio, per ogni fascia di età ci sono tipologie di spese che incidono più di altre. Tra i 6 e gli 8 anni, ad esempio, pesano attività sportive, mensa scolastica, campi estivi, ma anche le visite mediche (con importi fra 420 e 900 euro) e attività doposcuola (fra 510 e 5.400 euro). Per la fascia d’età 15-18 anni salgono le spese sportive (8.000 euro), cui vanno ad aggiungersi trasporti (600 euro), lezioni di lingua, abbigliamento, vacanze, dispositivi elettronici, libri scolastici, paghette (1.164 euro), etc.

I costi da Nord a Sud

Tornando a dati più macro, la spesa per crescere un figlio può variare a seconda dell’area geografica, sulla base del diverso costo della vita: il costo mensile è più alto al Nord, mentre è più basso al Sud e nelle isole. I numeri parlano chiaro: se la media italiana riporta 645 euro al mese, al Nord siamo a 714, per il Centro a 707, al Sud 512, con una forbice molto ampia fra famiglie abbienti e famiglie povere: 688 euro contro 198 al mese per figlio.

Primo anno di vita

Se il quadro potrebbe essere già esauriente con i dati appena elencati, altri elementi si aggiungono analizzando quanto costa un figlio nel primo anno di vita. Sempre secondo lo studio Moneyfarm, fra i costi di mantenimento di un figlio nel primo anno di vita bisogna considerare anche quelli che riguardano la preparazione alla nascita che vanno dai i 5.600 ai 19.300 euro. Questa tipologia dispese presenta molte variabili, differenti a seconda di quanto una famiglia voglia e possa sostenere determinate spese.

Pur considerando che, a differenza di altri paesi europei, in Italia l’assistenza medica negli ospedali pubblici è coperta dal Sistema Sanitario Nazionale, una coppia può decidere di sostenere privatamente alcune visite, per cui il volume di spesa stimato dipende anche dalle soluzioni che ogni famiglia decide di adottare. Dai test prenatali al corso preparto, dal corredo agli accessori, le spese possono subire variazioni notevoli in base alle diverse scelte. Tra le prime spese che i neo genitori devono sicuramente sostenere, ci sono quelle necessarie nei primi mesi di vita di un bambino, fra cui, ad esempio, passeggino (o culla portatile, o ancora passeggino e seggiolino auto), biberon, vaschetta per bagnetto, fasciatoio, tutine, body o intimo (che va cambiato ogni tre mesi circa), pannolini, salviette e altro.

Voci che incidono

Un raffronto interessante tra i diversi costi di un figlio nelle le varie regioni d’Italia si può realizzare prendendo come riferimento altre due voci di spesa significative nei primi anni di vita di un bambino, come l’asilo nido e la baby-sitter. Incrociando tali dati con quelli dell’Unione Nazionale Consumatori relativi all’aumento del costo della vita nel 2022, si ha la conferma di come nel Nord la spesa per un figlio risulti maggiore che in altre parti d’Italia.

Secondo altri dati, provenienti da una ricerca di Altroconsumo, il costo medio di un asilo privato a tempo pieno si aggira in Italia attorno ai 620 euro mensili, arrivando a Milano a 756 euro al mese (con un aumento rispetto alla media nazionale del 22%, che scende al 21% per i nidi di Bologna). Gli asili meno cari si trovano al Sud: a Palermo per un’ora nel nido si pagano circa 2,09 euro per 10 ore settimanali, a Napoli ci si attesta sui 2,75 euro, contro i 3,84 euro di Milano).

Trend costante

Alla luce di quanto visto, possiamo anche capire come non sia un caso che in Italia si facciano sempre meno figli. Nel 2020 sono nati 404.892 bambini, 15.000 in meno rispetto al 2019.

Secondo il bollettino Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente 2020”, poi, il trend della denatalità è proseguito anche nel 2021. C’è da dire comunque che la fase di calo in Italia è iniziata nel 2009. Da allora e fino al 2019 si è registrato un calo medio costante annuo del 2,8%.

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