Cessione del credito, cosa cambia e quali Banche tornano ad accettarlo

Ci sono novità per imprese e professionisti che attendevano lo sblocco dei crediti incagliati e la ripartenza della cessione del credito. Ecco le banche che tornano ad acquistare i crediti d’imposta

Cessione del credito, cosa cambia e quali Banche tornano ad accettarlo

Ci sono sviluppi importanti per quanto riguarda lo sblocco della cessione del credito: la Camera ha approvato recentemente gli emendamenti al decreto sul Super Bonus che aveva introdotto uno stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Le novità riguardano: la proroga di 6 mesi per le unifamiliari (villette); la remissione in bonis entro il 30 novembre; il calcolo della soglia dei 516.000 euro in relazione a ciascun contratto di appalto o subappalto (e non più sul valore complessivo) ai fini della certificazione SOA (Certificazione che qualifica l'impresa a partecipare agli appalti pubblici); il via libera alla cessione del credito e sconto in fattura per interventi in edilizia libera e interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche.

Cessione del credito: in cosa consiste

L’articolo 121 del dl n. 34/2020 (conosciuto come decreto Rilancio) e Successive Modificazioni e Integrazioni, riconosce ai soggetti che abbiano sostenuto o debbano sostenere, negli anni 2020 - 2025, spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, riduzione del rischio sismico, efficienza energetica, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine di ricarica, la possibilità di scegliere, al posto dell’utilizzo diretto della detrazione, alternativamente:

1) un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo massimo non superiore al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati; il fornitore recupera poi il contributo anticipato sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di cedere tale credito ad altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari;

2) la cessione di un credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari.

I crediti incagliati

Uno dei problemi maggiori a proposito dello stop alla cessione del credito e dello sconto in fattura riguarda i crediti incagliati, che non si possono cioè acquistare o vendere. Una situazione di stallo che ha causato lo stop di molti lavori già avviati, con un impatto fortemente negativo sulle imprese edili. Secondo calcoli dell’Ance (l’Associazione nazionale dei costruttori) i crediti di imposta bloccati nell’ambito dei Bonus per l’edilizia ammonterebbero a 15 miliardi di euro. Il Governo aveva imposto un blocco alla possibilità di cedere ulteriormente i crediti, e di procedere con lo sconto in fattura, garantendo ai beneficiari solamente l’assorbimento a rate per diversi anni, provvedimento che aveva reso ancora più critica la situazione del blocco dei crediti.

Quando e come riparte la cessione del credito

Tra le soluzioni allo studio del Governo per sbloccare il sistema del Super Bonus e favorire il ricircolo dei crediti, l’attivazione, entro giugno 2023, di una piattaforma online per lo sblocco dei crediti stessi, con riferimento ai lavori già avviati prima di metà febbraio. Tramite questo portale dovrebbe essere possibile vendere e riacquistare crediti, immettendoli nuovamente in circolazione. A prendere parte al progetto, alcune importanti realtà come Enel X, Iccrea, Artigiancassa per Bnl. L’idea sarebbe quella di utilizzare la piattaforma per la cartolarizzazione del credito, proponendola come strumento finanziario per consentirne lo sblocco.

Quali vantaggi per le imprese

La piattaforma dovrebbe rivelarsi particolarmente vantaggiosa per le imprese, proprio grazie al suo funzionamento. Questo strumento emetterà infatti obbligazioni per l’acquisto dei crediti, che poi andrà a vendere alle imprese, che potranno a loro volta utilizzare questi crediti per tasse e contributi. In questo modo le imprese potranno velocizzare il processo di acquisizione del credito, che non avverrà in un arco di tempo lungo, 5 anni circa, ma in un unico anno, e andrà a coprire tasse e contributi.

Questa al momento l’ipotesi più accreditata di intervento per lo sblocco dei crediti a favore delle imprese. Si pensa tuttavia anche all’intervento di un finanziatore iniziale, nella fattispecie Cassa Depositi e Prestiti, per disporre della liquidità necessaria per cominciare ad acquistare i crediti bloccati.

Potranno beneficiare della riapertura dell’assorbimento dei crediti anche le piccole attività economiche, ciò che contribuirà a far ripartire i lavori dopo un periodo di stasi.

Cessione del credito e banche

Dopo l’accordo tra le banche ed il Governo per sbloccare i crediti incagliati, rimettere in circolo i crediti derivati soprattutto dal Super Bonus 110%, e sbloccare i cantieri fermi, le banche si apprestano a riattivare il meccanismo fondamentale per ravvivare il Super Bonus, dal momento che solo pochi contribuenti hanno le risorse per anticipare i costi dei lavori.

Di particolare rilievo, tra gli emendamenti presentati ed approvati dalla Camera, quello relativo all’estensione del termine ultimo per la presentazione della comunicazione all’Agenzia delle Entrate dal 31 marzo al 30 novembre, data ultima di presentazione della dichiarazione dei redditi per il 2022. Viene così reso possibile utilizzare il meccanismo della remissione in bonis (modalità prevista dalla legge per sanare eventuali irregolarità od omissioni di natura formale) per presentare la comunicazione di cessione all’Erario in ritardo, senza perdere il diritto all’opzione, ma con una sanzione di 250 euro.

Alla luce delle nuove disposizioni, alcune banche come Intesa Sanpaolo e Unicredit, stanno lavorando ad uno sblocco dei crediti. Segnali di riapertura circa l’acquisto dei crediti edilizi incagliati arrivano, anche da Poste Italiane e, come si diceva poc’anzi, Cassa Depositi e Prestiti.

Iniziativa Unicredit

In particolare, Unicredit ha messo a punto una soluzione per imprese, artigiani e professionisti che hanno completato i lavori, dando loro la possibilità di cedere i crediti fiscali maturati a fronte di sconto in fattura per spese sostenute nel 2022. Obiettivo, quello di liberare tali crediti e far ottenere la liquidità necessaria per proseguire la propria attività. L’istituto di credito ha riaperto dal 3 aprile la possibilità della cessione del credito collegato al Super Bonus e agli altri Bonus edilizi, in modo da agevolare coloro che hanno completato i lavori e hanno necessità di cedere i crediti, avendo raggiunto la capienza fiscale. L’offerta si rivolge ai clienti titolari di conto corrente presso la banca e prevede la possibilità di cedere i crediti di imposta a determinate condizioni: i crediti devono derivare da sconto in fattura, riferirsi a spese sostenute nel 2022 e l’ammontare complessivo del credito per singola pratica deve essere compreso fra i 10.000 e i 600.000 euro. il beneficiario deve inoltre disporre di tutti i documenti utili alla pratica, cioè presentare asseverazioni (o certificazioni), visto di conformità e gli altri documenti specifici per il Bonus.

Accordo Intesa Sanpaolo – Università Luiss

Prima banca ad annunciare l’operatività in ambito Super Bonus, Ecobonus e Sisma Bonus ad agosto 2020, Intesa Sanpaolo, ha acquisito oltre 16 miliardi di crediti fiscali, pari al 50% del mercato, che corrispondono a circa 200.000 pratiche evase per oltre 70.000 clienti associati ad oltre 160.000 immobili riqualificati sul territorio nazionale.

Nell’ottica di riattivare il mercato della cessione dei crediti fiscali legati al Super Bonus e ai Bonus edilizi è stato siglato un accordo tra l’istituto bancario e l’Università Luiss Guido Carli per un valore fiscale pari a 60 milioni di euro, con la comune finalità di supportare il settore delle costruzioni, fondamentale per l'ammodernamento del patrimonio immobiliare del Paese.

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