Rinnovabili, approvato solo l'1% dei progetti. Il flop dell'energia green

Procede molto a rilento la transizione energetica verso le fonti rinnovabili: il 2022 è stato un anno da dimenticare, ecco i numeri di Legambiente e i campanelli d'allarme

Rinnovabili, approvato solo l'1% dei progetti. Il flop dell'energia green

L'energia green non decolla, anzi, mostra notevoli passi indietro rispetto agli ultimi anni: i problemi e le lungaggini burocratiche nel nostro Paese impongono un palese stop alle rinnovabili. Lo scorso anno soltanto l'1% dei progetti riguardanti il fotovoltaico ha avuto l'approvazione, addirittura lo 0% i progetti dell'eolico on-shore (cioé sulla terraferma). Sono queste le percentuali impietose fornite da un Report di Legambiente presentato alla Fiera K.Ey di Rimini.

"Scacco matto alle rinnovabili"

Il titolo di Legambiente è tutto un programma: troppe norme e burocrazie rallentano enormente il passaggio alla transizione energetica. Sono più di 1.300 (per l'esattezza 1.364) gli impianti che devono essere ancora valutati e che si trovano "in lista d'attesa" con oltre il 75% nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle Isole Maggiori. Dicevamo del 2022, l'anno peggiore degli ultimi quattro "se si pensa che nel 2019 a ricevere l’autorizzazione sono state il 41% delle istanze, per poi scendere progressivamente al 19% nel 2020, al 9% nel 2021", afferma l'Associazione.

I campanelli d'allarme

I dati preoccupanti derivano dal fatto che il quasi totale blocco dei progetti stride con l'aumento delle connessioni alla rete elettrica nazionale degli impianti da fonti rinnovabili passati da 168 Gigawatt di fine 2021 ad oltre 303 gw al 31 gennaio 2023. Insomma, c'è più energia a disposizione ma non si sfrutta. Un altro dato che fa riflettere riguarda le installazioni, sempre troppo lente e l’incapacità di riuscire a far fronte a ridotte produzioni. Le fonti rinnovabili vengono da un anno nero con il segno negativo davanti. "L’idroelettrico, complice l’emergenza siccità, registra un meno 37,7% a cui si aggiunge il calo del 13,1% in tema di produzione da pompaggi che portano il contributo delle rinnovabili, rispetto ai consumi complessivi, al 32%. Ovvero ai livelli del 2012", denuncia Legambiente.

A tutti questi problemi si aggiungono anche i no delle amministrazioni comunali e opposizioni locali: a tal proposito si è aperto Il dialogo tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero della Cultura affinché si possa approvare un Testo Unico "che semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca in modo univoco ruoli e competenze dei vari organi dello Stato, dia tempi certi alle procedure".

La richiesta al Governo

Il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, dal meeting di Rimini ha fatto un appello all'esecuti di Giorgia Meloni affinché l'Italia possa diventare l'hub delle energie rinnovabili puntando con fermezza su "efficienza, autoproduzione, reti elettriche e accumuli. In questo percorso, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili".

Due esempi positivi, però, sono stati fatti e riguardano Campania e Calabria dove sono stati ripristinati alcuni progetti bloccati da anni oltre all'Autorizzazione Unica che la Regione Calabria ha disposto per agevolare le procedure per le rinnovabili.

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