L'autunno è sempre più caldo e anche gli uccelli acquatici rimandano le loro migrazioni. Oche, anatre selvatiche e cigni in passato abituate a lasciare in autunno i paesi freddi come la Finlandia, per affrontare l'inverno nelle aree umide del nord Europa, cambiano le abitudini. Le temperature aumentano, l'acqua è meno gelida, e i volatili preferiscono restarsene tranquillamente a casa. Lo rivela una ricerca dell'Università di Helsinki, appena pubblicata sul Journal of Ornithology.
Studiando le migrazioni di diverse specie di uccelli acquatici hanno evidenziato che avvengono molto in ritardo: esattamente un mese dopo rispetto a 30 anni fa. Gli uccelli ritardatari abbandonano la Finlandia ad autunno ormai inoltrato e spesso non raggiungono i laghetti di altri paesi che fino a qualche tempo fa erano una loro meta abituale. Così in poco tempo nel Regno Unito il numero di questi animali che i bambini ammiravano e nutrivano negli stagni è crollato.
Qualche dato per capire. Per raggiungere questa conclusione, gli studiosi dell'Università di Helsinki hanno esaminato 30 anni di migrazioni, elaborando i dati dell'Osservatorio nazionale sugli uccelli, nella Finlandia del Sud. Dal 1979 i volontari hanno, infatti, contato gli spostamenti degli animali per aggiornare con precisione il censimento delle migrazioni. «Si è scoperto - spiega Aleski Lehikoinen, dell'Università di Helsinki 2 - che in 30 anni alcune specie hanno rimandato di un mese la migrazione. Ben sei su 15 hanno posticipato il viaggio. Fra queste ci sono, ad esempio, l'oca e l'anatra selvatica. Lo studio conferma quanto già messo in evidenza da altre ricerche: la temperatura dell'acqua sale molto più in fretta di quella dell'aria. Questo vuol dire che i volatili hanno più cibo a disposizione anche nei paesi del nord». Così in autunno da paesi freddi come la Finlandia oche, anatre e cigni non si spostano più verso nazioni relativamente più calde come il Regno Unito, dove stagni e laghetti sono sempre più vuoti.
La natura che cambia. «Il clima e le stagioni - dice Geoff Hilton del Wildfolwl and Wetlands Trust 3, l'istituto che negli stati uniti studia gli uccelli acquatici - subiscono cambiamenti importanti. Gli animali che lasciano la Scandinavia, la Russia e la Siberia sono volatili che non fanno viaggi lunghi. Tradizionalmente noi eravamo l'ultima tappa del loro percorso. Ora alcune specie non arrivano più fin qui, si fermano prima. Basta pensare che a Slimbridge 30 anni fa erano stati censiti 6.000 uccelli e che oggi ce ne sono 500».
Nel Regno Unito sono stati fatti molti studi per capire le migrazioni di questi uccelli. Così si è scoperto che negli ultimi 10 anni alcune specie di oche bianche sono diminuite del 75%. «Questo crollo di presenze - ha aggiunto Hilton - è collegato al loro habitat acquatico nei paesi d'origine, meno freddo rispetto al passato. Da un punto di vista dell'ecosistema si tratta di una rivoluzione. La natura cambia».
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