Ad essere puramente liberali quando si sente parlare di finanziamenti statali per la cultura si dovrebbe mettere mano alla pistola. Il mondo culturale quando funziona bene dovrebbe camminare sulle sue gambe. In un mondo ideale andrebbe così. Esiste però il buon senso, di cui non può fare a meno nemmeno il liberalismo, ed è buon senso prendere atto che il cinema, la musica e il teatro di una Nazione medio piccola come l'Italia possano aver bisogno di una mano, anche pubblica, per resistere in un mercato globale molto competitivo. Anche perché la cultura in generale, e il cinema e le serie televisive in particolare, sono un passepartout del Made in Italy e raccontano il nostro Paese al mondo. Detto questo il finanziamento al cinema ha preso nel corso del tempo percorsi molto bizzarri che abbiamo più volte raccontato in queste pagine culturali. Il caso del film della Cortellesi citato anche dal Sottosegretario Mazzi è indicativo di come il sistema usato sin qui possa incepparsi. Un breve sunto: C'è ancora domani è diventato il caso cinematografico dell'anno, un record dopo l'altro. Per altro è innegabile che sia un film con un alto grado di riflessione sulla condizione femminile. In data 12 ottobre 2022, la commissione del ministero della cultura lo ha bocciato ritenendolo «di scarso valore» e dunque non meritevole di obolo. Quando si è scoperto qualche giornale, come Repubblica, ha pure cercato di gettare la croce addosso al ministro Sangiuliano e al centrodestra. Ovviamente basta guardare le date per capire che la bocciatura è avvenuta in pieno Governo Draghi e con al ministero Franceschini. Ad essere onesti allora bisogna prendere atto che, piaccia o non piaccia alla sinistra, sono i criteri per il finanziamento che ovviamente fanno acqua se il risultato per un'opera considerata di scarso valore è un successo travolgente al botteghino e il consenso unanime della critica. Ovviamente ieri sono già partite le critiche al tentativo del ministro di fare un ragionamento sul tema per arrivare al nuovo codice dello spettacolo che attualmente è in fase avanzata di redazione e che dovrebbe essere pronto entro il 18 agosto.
La speranza è che, nei prossimi anni, se sul tavolo della commissione preposta arriverà un progetto come C'è ancora domani qualcuno se ne accorga, e non disperda soldi pubblici in mille rivoli. Così il cinema italiano avrà ancora un domani.
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