La rivoluzione è partita e brucerà le tappe. Una rivoluzione silenziosa ma profonda, destinata a cambiare il rapporto tra Pubbliche amministrazioni e fornitori. Da oggi gli enti centrali e le emanazioni dello Stato abbandonano la carta e passano alle fattura elettronica. Emissione e conservazione saranno digitalizzate. E non si tratta di una previsione sottoposta al solito rinvio. La scadenza era fissata al 6 giugno 2014 per le amministrazioni centrali ed è stata rispettata. Addirittura anticipata di tre mesi per gli enti periferici. Era prevista per il 6 giugno 2015 e l'ultimo Def l'ha fissata a marzo 2015.
Seguire questo processo di innovazione tecnologica per clienti importanti (per esempio, nella distribuzione alimentare) è un obiettivo di grande portata. Si parla di una spesa pubblica che si aggira sui 130 miliardi di euro l'anno, con 20mila soggetti (dalle scuole, alle caserme a ogni altro piccolo o grande ramo pubblico) che intrattengono affari con 2 milioni di imprese. Inoltre, la necessità di trasmettere le fatture elettroniche attraverso il Sistema di Interscambio (SDI) e di conservare elettronicamente i documenti ha reso certamente più complesso il rapporto con la PA, soprattutto per le piccole realtà. Per questa ragione si sta affermando il ruolo di Intermediario rispetto al rapporto con il SDI (sistema d'interscambio). Tra i player più importanti sicuramente Di.Tech SpA, che nasce a Bologna nel 1991 ed è un'azienda leader nei sistemi informativi e nella consulenza strategica ed operativa per distribuzione, produttori di beni di largo consumo e operatori logistici. «L'unico operatore realmente verticale e specializzato al 100% in questo mercato». L'esperienza maturata sul campo a fianco dei propri clienti, in particolare nelle relazioni con i partner di business, ha permesso a Di.Tech di sviluppare soluzioni all'avanguardia in materia di fatturazione elettronica e dematerializzazione dei processi, semplici ed integrabili con i software già presenti in azienda.
Di.Tech è presente in Italia con due sedi, a Bologna e Bari, con circa 130 collaboratori. Nel 2012, l'azienda ha registrato un giro d'affari di 17 milioni di euro. «Questa rivoluzione spiega Piergiorgio Licciardello permetterà di avere sotto controllo tutta la spesa pubblica, che potrà essere non solo stimata, ma misurata costantemente capitolo per capitolo». Anche le imprese potrebbero avvantaggiarsi di questa novità, migliorando i termini di pagamento. Ora l'Unione europea impone 30-60 giorni. «Di certo con il nuovo sistema avremo un sistema certificato che fissa in modo certo la data da cui decorrono i termini di pagamento e gli interessi di mora».
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