Non c’era bisogno della conferma «scientifica». Noi uomini lo sappiamo da una vita: le donne scroccano. Cominciano, da bimbe, scroccandoci la merenda all’asilo e finiscono, da vecchie, scroccandoci il loculo al cimitero. Tra questi due estremi temporali, intercorrono decenni di micro o macro scroccamenti durante i quali lei si fa regalare da lui di tutto, ricompensando lo «spremuto» di turno con l’espressione risentita di chi sembra pure rinfacciare: «Mio caro, era ora. Da quand’è che non mi fai un pensierino?». «Da ieri...».
Sarà per questo che - dopo un’esistenza di cocente ingratitudine - il maschio ha messo a punto una serie di raffinate tecniche per neutralizzare la nefasta «Sindrome Femminile da Dono». Esigenza tanto più avvertita ora che le caratteristiche della pericolosa «patologia rosa» è stata codificata da un fondamentale studio di ricercatori anglo-messicani (forse stufi di mettere mano al portafoglio per accontentare mogli, fidanzate e amanti). Ma cosa hanno scoperto, in dettaglio, gli esperti? Che ci sono quattro tipologie di scroccatrici.
1) Le chiacchierone. Profilo: suggeriscono il regalo preferito inserendo consigli subliminali nella conversazione o deviandola ad arte.
2) Le indicatrici. Profilo: preferiscono capitare «casualmente» davanti al negozio giusto e mostare entusiamo indicando l'oggetto del desiderio.
3) Le sussurratrici. Profilo: sono le regine del passaparola, comunicano il dono prescelto ad amici e parenti perché recapitino il messaggio.
4) Le sbadate. Profilo: con sapiente nonchalance lasciano aperto nel posto giusto il catalogo con il regalo richiesta in bella vista.
Ma noi - uomini rotti a ogni trucchetto femminile (e che di questi trucchetti ci siamo rotti) - sappiamo come neutralizzare gli attacchi, senza ovviamente passare per cafoni. Il segreto è imparare a lavorare di psicologia, sconfiggendo la nemica con le sue stesse armi. Diaciamo subito che, delle quattro «razze» individuate dai teorici dello scroccamento regalizio, la più ostica è la seconda: la «indicatrice», quella che cioè si piazza davanti alla vetrina e ti mostra col ditino l’oggetto del (suo) desiderio. La strategia della furba è metterti quasi davanti al fatto compiuto, ma è proprio qui che lui dovrà mostrarsi più furbo di lei; sfoderando la frase salva-conto corrente: «Bellissimo amore, ma è un po’ dozzinale... Più avanti c’è un negozio molto più raffinato...». Intanto guadagnare tempo è fondamentale, poi si vedrà.
Molto più facile annullare le «chiacchierone». Qui sono sufficienti dei semplicissimi tappi per le orecchie; con una spesa di meno di 5 euro, risparmierete un patrimonio.
Anche le «sussurratrici» non rappresentano un problema insormontabile.
Infine la più innocua: la sbadata. Per eliminarla è sufficiente chiudere, sbadatamente, la rivista in questione.
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