Così le pecore riconoscono la fotografia del loro pastore

Così le pecore riconoscono la fotografia del loro pastore

Passano lunghe giornate al pascolo insieme al loro pastore. Ma per le pecore questa guida non è una persona qualunque, ma un volto familiare. Che sono in grado di riconoscere fra molti altri visi. La conferma quasi di un rapporto simbiotico tra il gregge e il proprio «padrone». A dimostrare questa capacità fin qui sconosciuta è uno studio condotto da un team dell'università britannica di Cambridge. Attraverso numerosi test gli scienziati sono riusciti a scoprire non solo l'abilità degli ovini nel distinguere il proprio pastore, ma anche l'attitudine dopo un periodo di addestramento a fare la stessa cosa con altri volti umani. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno insegnato a otto pecore a distinguere il viso di quattro persone famose, fra le quali anche l'ex presidente americano Barack Obama, grazie a una serie di fotografie presenti sui loro computer.

Gli animali ricevevano un premio ogni volta che sceglievano, attraverso un meccanismo elettronico, una delle quattro immagini. Una volta terminato l'addestramento, gli ovini sono stati posizionati di fronte a due schermi: in uno compariva una delle quattro celebrità che avevano imparato a riconoscere, nell'altro il viso di una persona qualunque. In questo test, le pecore hanno selezionato il viso giusto otto volte su dieci.

Ma non finisce qui, perché gli scienziati hanno cercato di verificare se gli animali fossero in grado di riconoscere in fotografia anche il loro pastore, che di norma trascorre con loro diverse ore al giorno.

Le pecore hanno dimostrato di saperlo fare sette volte su dieci, senza nessun addestramento specifico. In quale caso, prima di decidere la foto giusta, hanno anche fatto la spola fra l'immagine della loro guida e quella della persona qualunque mostrata dai ricercatori. Dimostrando di voler riflettere fra le due opzioni prima di scegliere.

«Chiunque abbia trascorso del tempo con questi animali sa che sono particolarmente intelligenti e che sanno riconoscere chi si prende cura di loro spiega Jenny Morton, che ha guidato lo studio -.

Noi abbiamo dimostrato che hanno anche avanzate capacità di riconoscimento dei volti, confrontabili con quelle di scimmie ed esseri umani».

Grazie a questa scoperta il cervello degli ovini particolarmente grande e longevo rispetto a quello di altre specie - potrebbe diventare un buon modello per studiare le malattie neurodegenerative.

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