Cosche in Brianza, pregiudicato ucciso

Cosche in Brianza, pregiudicato ucciso

Cancellato da una tempesta di piombo. Rocco Cristello, 47 anni, d’origine calabrese, da tempo trapiantato al Nord è stato freddato con una ventina di colpi calibro nove che, esplosi da distanza ravvicinata, gli hanno spappolato l’addome. Titolare di un fascicolo penale consistente, è morto sul colpo. L’hanno massacrato con spietata freddezza, l’altra sera poco dopo le 23, davanti alla sua villa di Verano Brianza, dove una pioggia di proiettili ha stroncato sul nascere e senza complimenti le ambizioni del calabrese che forse puntava al salto di qualità nella gerarchia criminale. Al tragico appuntamento Rocco Cristello, che viveva con la moglie e tre figlie, a sentire i carabinieri, è arrivato addirittura impreparato: aveva appena concluso una partita a calcetto. Arriva a casa disarmato, percorre via Comasinella, poi gira nella strada privata. Gli assassini lo aspettano, silenziosi. Sanno che per via di un provvedimento di pubblica sicurezza che si porta dietro, prima di mezzanotte deve rientrare. Non gli hanno dato il tempo di scendere dalla sua Fiat 500. Immediatamente hanno dato inizio alla spietata esecuzione in perfetto stile mafioso. La pioggia di piombo l’ha inchiodato al sedile.
Forse uno degli assassini imbracciava un fucile a pompa. Magari doveva servire a «firmare» l’omicidio secondo un copione molto utilizzato dai criminali calabresi. La 500 ha percorso poche centinaia di metri, giusto il tempo di arrivare al di là dell’ultimo lampione. Un primo lampo, un boato, e poi è scoppiato l’inferno. Rocco Cristello era uscito dal carcere un paio d’anni fa, quindi è passato agli arresti domiciliari. Ultimamente era in affido ai servizi sociali. Certo non viveva di opere pie: nel fascicolo archiviato nella caserma dei carabinieri, gli uomini del capitano Luigi Spenga hanno trovato denunce per traffico di droga, porto illegale di armi, mentre la Procura di Monza gli stava facendo le pulci per capire quale fosse il suo ruolo nell’operazione d’acquisto della multisala Park Magic Movie di Muggiò, ed altri vorticosi giri di denaro legato agli appalti edili. Affari, grossi affari della n'drangheta, che ha piantato radici in Brianza.
La girandola delle ipotesi e delle congetture sul movente della brutale esecuzione è ampia. Chissà che la chiave del giallo non stia tutta in una parola: cocaina. In ogni caso non ci sono certezze, i migliori investigatori del nucleo operativo del maggiore Roberto Fabiani di Monza, non escludono per niente che chi ha ordinato di uccidere il calabrese potrebbe aver fiutato che il pregiudicato stava schiacciando i piedi a qualche boss.

In ogni caso le indagini per dare un nome agli assassini si annunciano complesse.
I nemici di Cristello potrebbero essere molti. Per questo, inutile negarlo, senza un indizio, una testimonianza, un’incongruenza partono da zero.

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