La crisi va in vacanza: a Mestre in tilt il Passante, aerei e treni stracolmi

Traffico bloccato: in Veneto 30 chilometri di fila. Un milione in viaggio sui binari. E dicevano che saremmo rimasti a casa. L'autostrada che aggira Venezia fallisce la prima prova e l'Anas apre un'inchiesta

La crisi va in vacanza: a Mestre in tilt 
il Passante, aerei e treni stracolmi

Trenta chilometri di coda sul Passante di Mestre. L’immagine simbolo della partenza estiva 2009 è questa: un unico serpentone di auto. Di vacanzieri. Che a dispetto della crisi partono; o, proprio a causa della crisi, partono. E quest’anno ancor più degli anni scorsi. Per il Coa (Centro operativo autostradale) il flusso medio di traffico registrato ieri, di 2.500-3.000 vetture l’ora, era «superiore all’analogo periodo dello scorso anno». Per parte loro le Ferrovie dello Stato fanno sapere che tra venerdì e oggi saranno oltre un milione gli italiani in viaggio, reparto d’élite dell’esercito dei vacanzieri da strada ferrata che secondo Trenitalia sarà composto quest’estate da circa venti milioni di «soldati», tra italiani e stranieri. Tutti in fila sulla pensilina col biglietto e l’ombrellone. A chiudere il trittico delle diapositive da primo giorno d’esodo uno scorcio dell’area check-in dell’aeroporto di Fiumicino, dove ieri i super-manager della neonata compagnia di bandiera si sono rimboccati le maniche (letteralmente) e hanno aiutato il personale di terra nella gestione dei bagagli dei passeggeri che, dichiarava soddisfatto l’amministratore delegato Rocco Sabelli, «sono tantissimi».
Due le letture della giornata di ieri: che a livello infrastrutturale in Italia c’è ancora tanto da fare, visto che quella che doveva essere la «grande opera» risolutiva di uno degli snodi critici-cronici della viabilità italiana si è rivelata una trappola d’asfalto (l’Anas ha aperto un’inchiesta sull’accaduto); e che gli italiani alla vacanza, crisi o non crisi, non rinunciano. «Oggi il viaggio da bene voluttuario si è trasformato in bene primario - spiega Corrado Peraboni, amministratore delegato dell’Expocts, società che annualmente organizza a Milano la Borsa internazionale del turismo - e anche nei momenti di crisi non vi si rinuncia. Magari si adattano meglio meta e durata alle proprie disponibilità».
E nella corsa all’ombrellone gli italiani dimostrano essere i primi. Un’indagine condotta dall’istituto di ricerche Ipsos per «Europ Assistance» (società specializzata nell’assistenza privata) sull’attitudine degli europei per le vacanze estive evidenzia che gli italiani sono i più propensi a partire nel continente: 76% contro una media europea del 64%. E la meta preferita dai viaggiatori europei, secondo la ricerca, è l’Italia, indicata come destinazione dal 21% degli intervistati. Il Bel Paese si conferma dunque la meta più ambita, e gli italiani sono vacanzieri incalliti, anche se da quest’anno più economi: ogni nucleo familiare italiano spenderà in media 2.204 euro (il 4% in meno rispetto al 2008) e preferirà le vacanze brevi. Anche quest’anno i soggiorni da una settimana saranno a livello europeo appannaggio nazionale (41% dei soggiorni, contro una media Ue del 29%).
Di fronte a questi numeri, i gridi di allarme o le dichiarazioni di soddisfazione sono i paletti che dividono gli operatori del turismo tra chi ha saputo rimodulare le proprie offerte al nuovo trend e chi no. Se Federalberghi parla di un crollo del giro di affari del 15%, dall’altra bed&breakfast e agriturismi fanno segnare un trend positivo.

Se le agenzia di viaggio lanciano l’allarme - meno 25% di turisti da un anno all’altro secondo la Fipe Confcommercio - i siti internet che permettono di prenotare le vacanze senza i costi dell’agenzia vanno alla grande: secondo l’Osservatorio Europcar-Doxa il 42% degli italiani risparmierà sui viaggi mettendo a confronto tutte le offerte disponibili in rete.

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