"Non c'entro nulla". Ma davanti ai giudici lady Soumahoro tace sulle spese pazze

La moglie del deputato si avvale della facoltà di non rispondere ma fa dichiarazioni spontanee in cui dice che alcuni bonifici e spese attribuitele non sono riferibili a lei

Liliane Murekatete
Liliane Murekatete
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Si sono avvalse della facoltà di non rispondere, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, che oggi sono comparse davanti al giudice di Latina per l’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto di lunedì per i reati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. Stessa scelta dell’altro indagato, Michel Rukundo. Liliane e la madre hanno però rilasciato dichiarazioni spontanee al gip, respingendo le accuse. La moglie di Soumahoro, difesa dall’avvocato Lorenzo Borrè, è pronta a presentare ricorso al tribunale del riesame.

“Spese non riconducibili a me”. La difesa di Lady Soumahoro

Non ha voluto rispondere al gip Giuseppe Molfese ma ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee Liliane Murekatete, moglie del deputato del gruppo Misto Soumahoro. Come ha spiegato l’avvocato Lorenzo Borrè che difende la donna, “Per la parte fiscale alla mia assistita viene contestato un omesso controllo su una cifra limitata a 13 mila euro. Quanto alle spese con carta di credito della Coop Karibu non si può dimostrare che lei ne sia l’effettiva autrice e beneficiaria”. Murekatete non era presente in aula, ma collegata in videoconferenza. Al gip ha parlato inoltre dell’appartamento in Belgio, che sarebbe una sede della coop Karibu utilizzato dunque per finalità lavorative e non personali. All’interno dell’aula 2 del tribunale di Latina c’era invece Marie Therese Mukamitsindo, difesa dall’avvocato Francesca Roccato. Anche lei s’è avvalsa della facoltà di non rispondere, parlando spontaneamente e dichiarandosi sostanzialmente estranea alle accuse mosse nei suoi confronti. Le spese che le vengono contestate sarebbero infatti giustificabili, ha detto. Inoltre ha chiesto al giudice una misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, sostenendo di non essere, da tempo, alla guida di una società come invece riportato dagli inquirenti nell’ordinanza.

Il giudice si è riservato di decidere sulla misura meno afflittiva. Niente dichiarazioni spontanee né risposte alle domande del giudice per il terzo indagato, Michel Rukundo, figlio di Mukamitsindo e fratellastro di Liliane.

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