Caso Fassino, si apre l'ipotesi di un accordo per il ritiro della querela

La società che gestisce il duty free dell'aeroporto di Fiumicino potrebbe ritirare la querela a fronte di un risarcimento del danno: le trattative sarebbero in corso

Caso Fassino, si apre l'ipotesi di un accordo per il ritiro della querela
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Si avvia alla chiusura l'inchiesta che vede al centro Piero Fassino, accusato di aver tentato di rubare un profumo dall'area duty-free dell'aeroporto di Roma Fiumicino. Il deputato del Partito democratico, come riferisce il Corriere della sera, potrebbe ottenere la remissione della querela da parte della società che gestisce l'area commerciale dello scalo romano. Sarebbe, infatti, in corso una trattativa per il ritiro della querela in cambio di un risarcimento del danno.

I fatti sono noti: alcune settimane fa, era aprile, Piero Fassino è stato fermato dalla sicurezza dell'area commerciale di Fiumicino in quanto sarebbe uscito dalla stessa senza pagare un profumo da donna dal valore di circa 130 euro. L'onorevole ha sostenuto fin dall'inizio dal tesi dell'equivoco, secondo la quale, trovandosi sovrappensiero, tra una telefonata e l'aereo da non perdere, avrebbe poggiato il profumo nella tasca del giaccone dimenticandosi poi di pagarlo. La versione dei testimoni è diametralmente opposta e pare che lo stesso Fassino sia recidivo, in quanto avrebbe tentato il furto anche in altre occasioni, almeno due. Le telecamere di sorveglianza del duty-free, per altro, avvallano la versione dei testimoni e il fascicolo è stato aperto dalla procura di Civitavecchia.

Il deputato, per il suo status, gode anche dell'immunità parlamentare ma la chiusura della vicenda mediante un accordo è la strada preferita dal suo pool di avvocati, che da qualche settimana si avvale anche dei servizi di Andrea Miroli, avvocato di Civitavecchia, che affianca lo storico legale di Fassino, Fulvio Gianaria. Il Corriere della sera ha provato a cercare conferme di una trattativa in atto e Francesca Tolentino che rappresenta l’ufficio legale della società che ha in gestione il duty-free non ha offerto nessuna smentita.

La manovre per raggiungere un accordo proseguono e non bisogna dimenticare che l'onorevole, nell'immediato, propose alla sicurezza l'acquisto di due boccette di profumo per dimostrare la sua buona fede, per un totale di 260 euro.

La sua proposta venne rifiutata e difficilmente oggi, a fronte del caos mediatico generato dal fatto, la cifra potrà essere così bassa. Resta comunque ancora in piedi l'indagine della procura, che per il momento va avanti e che potrebbe anche contestare, eventualmente, le aggravanti per la condotta recidiva.

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