Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e del suo governo perché mancherebbero presupposti per la contestazione dei reati ascritti a causa di un quadro incerto. Ma nel frattempo la procura di Bergamo ha trasmesso a piazzale Clodio uno stralcio dell'inchiesta per la gestione del Covid nella provincia più colpita dal virus. Tra i nomi che compaiono nel fascicolo ci sono quelli di Roberto Speranza e dei suoi predecessori al ministero della Salute, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin. E l'accusa è di non aver aggiornato il piano pandemico.
Il piano pandemico
I tre ex ministri della Salute, che sono stati indicati dalla procura di Bergamo come responsabili dl mancato rinnovo del piano pandemico, non sono gli unici indagati le cui posizioni sono state inviate a Roma. Infatti, per lo stesso motivo, sono stati indagati anche Giuseppe Ruocco, in qualità di direttore generale della direzione Prevenzione sanitaria dal 2012 al 2014, e poi dal 2017 al 2021 come segretario generale del ministero della Salute; Ranieri Guerra, come direttore generale della direzione Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute dal 2014 al 2017; Maria Grazia Pompa, direttrice dell'ufficio 5 fino al 2016; Francesco Paolo Maraglino, direttore dell'ufficio 5 della Direzione prevenzione sanitaria. Invece, per "falsità ideologica" in relazione ai "dati falsi comunicati all'Oms e alla Commissione Europea attraverso appositi questionari": Ranieri Guerra; Claudio D'Amario; Francesco Paolo Maraglino; Loredana Vellucci; Mauro Dionisio. Infine, per "truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche" è indagato il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro.
"Non sono stata informata. Non so nulla, dunque non posso rilasciare dichiarazioni", ha detto Giulia Grillo all'Adnkronos, che ha cercato di ottenere qualche dichiarazione in merito. Anche Ranieri Guerra ha confermato di non aver ricevuto ancora alcuna comunicazione ma "comunque i questionari dell'Oms sono stati compilati dai capiufficio". Per una fatale coincidenza, l'annuncio arriva in occasione dell'anniversario delle prime chiusure predisposte da Giuseppe Conte per Lombardia, Piemonte e Veneto. Tre giorni dopo, poi, il presidente del Consiglio avrebbe chiuso anche tutto il resto del Paese fino al mese di maggio. "Si poteva fare in maniera diversa all'inizio? Probabilmente no, ma dopo sì. Il lockdown è stato troppo lungo, ricordiamoci che a maggio si è deciso di continuare la chiusura delle scuole e questo è stato un errore", ha commentato oggi Matteo Bassetti all'Adnkronos, ricordando quei giorni.
Il Tribunale dei ministri
Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e degli ex minsitri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede finiti indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia. Il motivo per il quale la posizione degli ex esponenti del governo in carica nel 2020 è stata stralciata è che, come spiega il Corriere della sera, "in nessun modo l’epidemia può dirsi provocata dai rappresentanti del governo".
Per il Tribunale, infatti, "non era esigibile da parte degli organi di governo l’adozione tout court di provvedimenti in grado di impedire ogni diffusione dei contagi che non tenessero conto della necessità di contemperare interessi diversi e in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico della collettività".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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