"Non ci fu nessuna sopraffazione". È quanto, in sintesi, hanno raccontato ai giudici del Tribunale della V Sezione penale di Roma due amici di Bianca (nome di fantasia), la 16enne che denunciò di essere stata stuprata da alcuni ragazzi durante il festino di Capodanno in una villetta di Primavalle, la notte tra il 31 dicembre e l'1 gennaio del 2020. Sentiti in qualità di testimoni, entrambi hanno smentito la ricostruzione dell'accusa spiegando che la giovane avrebbe assunto sostanze stupefacenti soltanto dopo aver consumato rapporti sessuali con gli imputati.
"Era cordiale con gli stupratori"
Secondo la ricostruzione dell'accusa, l'allora 16enne sarebbe stata abusata da cinque ragazzi - tre maggiorenni e due minorenni - mentre era sotto l'effetto di alcol e droghe. A riprova dello stupro, sostiene la procura, vi sarebbero i lividi riscontrati su gambe e braccia della ragazza nelle ore successive al festino. Diversa, invece, è la versione fornita dei due testimoni che hanno partecipato all'udienza di ieri. Tra questi vi era il fidanzato dell'amica di Bianca, il quale ha smentito che i segni sul corpo della giovane fossero riconducibili ai rapporti sessuali non consenzienti. Inoltre, il teste ha aggiunto che la vittima avrebbe consumato il "cicchetto" - la sigaretta imbevuta di cocaina - attorno alla mezzanotte, dopo i presunti abusi. Ha anche detto che Bianca era "cordiale e sorridente con i presunti stupratori" - scrive Repubblica.it - e dunque sarebbe stata imbarazzata, ma non atterrita.
L'altra testimone: "Nessuna sopraffazione"
In linea con la prima testimonianza, anche quella dell'altra ragazza sentita dai magistrati ha spiegato che il festino era nato con l'intento di "divertirsi a tutto tondo" e che i rapporti si sarebbero consumati "senza nessuna sopraffazione". In un'intervista a Repubblica, Bianca aveva raccontato di essere stata trascinata in bagno dai presunti stupratori: "Il corpo era pieno di lividi, la testa dolorante. - le sue parole -Mi avevano tirata per i capelli. Non avevo le mutandine, le ho viste appese su una parete insieme a altra biancheria. Una sorta di albero dello stupro".
Il processo
A processo per violenza sessuale c'è Patrizio Ranieri, il ventenne che mostrò la maglietta sporca
del sangue della vittima. Ma sott'inchiesta ci sono anche due maggiorenni e altrettanti adolescenti. Mentre sono indagate per spaccio tre amiche della ragazza, Simone Cesarani, e "la pugile", figlia di una nota soubrette.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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