Non era affatto contento della condotta di vita della consorte, da lui giudicata eccessivamente "occidentale". Quando non riusciva a piegarla ai suoi voleri non esitava quindi a minacciarla di morte, vietandole inoltre di indossare vestiti attillati. E in almeno un'occasione l'avrebbe persino violentata. Protagonista della brutta vicenda che arriva da Modena è un uomo di 40 anni originario del Marocco, rinviato a giudizio nelle scorse ore per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della moglie.
Quest'ultima, una connazionale di 30 anni, sarebbe riuscita trovare il coraggio di raccontare quel che stava vivendo solo dopo anni e anni di intimidazioni ed umiliazioni. Stando a quanto riportato dalla stampa locale infatti, la vittima avrebbe vissuto in una condizione di puro terrore dal 2017 al 2022, quando ormai stremata e impaurita trova la forza di denunciare il marito violento.
Tutto ciò perché, in base alle accuse, l’uomo le imponeva con la forza uno stile di vita conforme alle proprie convinzioni religiose e personali. Lo straniero non era ad esempio felice del fatto che la giovane avesse trovato lavoro presso una polisportiva locale. E l'avrebbe quindi costretta a licenziarsi, per restare a casa. Le imposizioni del coniuge si sarebbero fatte con il tempo sempre più stringenti: le avrebbe ad esempio imposto di indossare esclusivamente abiti larghi, impedendole addirittura di uscire di casa se non per motivi da lui ritenuti validi.
Divieti che rappresentavano spesso l'origine delle continue liti fra i due, dando spazio a discussioni che l'uomo troncava spesso e volentieri con vere e proprie minacce di morte. "Sei una poco di buono, una cattiva madre, farai una brutta fine - le avrebbe detto in più occasioni, secondo l'accusa - attenta, perché potresti non arrivare a domani".
La situazione sarebbe ulteriormente degenerata dopo la decisione della donna di lasciare il marito-padrone: in un primo momento, quest'ultimo avrebbe deciso di abbandonare spontaneamente il tetto coniugale, per un breve periodo di tempo. Al suo ritorno però, avrebbe continuato a vessare la moglie, intimandole di tornare sui propri passi. Di più: nel gennaio del 2022 l'avrebbe persino violentata.
Secondo gli inquirenti, l'aggressione sarebbe avvenuta un giorno in cui la consorte si sarebbe rifiutata di consumare un rapporto sessuale: dinanzi al netto rifiuto opposto dalla trentenne, l'uomo l'avrebbe presa a calci e pugni per poi abusarne.
Sarebbe stato proprio quest'ultimo episodio a spingere la vittima a denunciare l'accaduto: da allora, risiede insieme alla figlia in una struttura protetta. Il coniuge, nei confronti del quale non sono state adottate misure cautelari, dovrebbe infine comparire in tribunale il prossimo luglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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