Bandiera nera sulla moschea in Iran: la dichiarazione di guerra dell'Islam

Così la bandiera verde che solitamente sventola sulla cupola ha lasciato spazio a quella nera per ordine del custode del tempio

Bandiera nera sulla moschea in Iran: la dichiarazione di guerra dell'Islam
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Sul santuario dellImam Reza in Iran sventola bandiera nera. Un segnale preoccupante, un messaggio allarmante. A dirlo sono gli osservatori: la bandiera nera issata sulla grande cupola d’oro della più grande moschea al mondo è un richiamo alla jihad. Alla battaglia santa. Alla guerra. “Riuniamoci nella tristezza prima di andare all’attacco”, sarebbe questo il significato dello stendardo appeso subito dopo il drammatico bombardamento all’ospedale di Gaza costato la vita ad oltre 500 persone tra donne, bambini e uomini.

Un drappo nero, delle scritte ricamate in oro. Un rituale curato nei minimi dettagli e immortalato con video solenni sui social. Non un semplice gesto, ma un rito. Sacro. Così la bandiera verde che solitamente sventola sulla cupola ha lasciato spazio a quella nera per ordine del custode del tempio. “Un gesto senza precedenti – viene spiegato sui canali social del santuario - per ordine del custode Astan Quds Razavi, la bandiera nera è stata issata sopra l'illuminata e pura cupola Razavi, e il battito di tamburo non sarà suonato”. Poi precisano: “Questo arriva come risposta ai barbari crimini del regime usurpatore.” Il riferimento è a Israele. Sì, perché per il popolo arabo è difficile credere alle parole e alle prove dell’esercito israeliano che specifica come il razzo caduto sull’ospedale di Gaza non sia frutto di un loro attacco ma dei soldati di Hamas. Un segno di lutto, ma non solo. Tra i fedeli c’è chi cerca vendetta. Così la bandiera “del desiderio dell'Imam Mahdi” riconosciuto “come salvatore promesso dell'umanità” diventa un faro per i musulmani. Per i credenti assetati di sangue.

Dal mondo arabo cercano di tranquillizzare e smorzano i toni. La bandiera nera rappresenta il lutto e quella rossa, invece, la vendetta. Come quella issata dopo l’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, neutralizzato dagli Stati Uniti. Ma il colore cambia poco, un fatto è certo: la cupola della grande moschea viene utilizzata per lanciare messaggi di vendetta e di odio. Altro che pace in nome di Allah.

Le reazioni

“La vittoria di Allah è vicina” è uno dei tanti commenti alle foto pubblicate sulla pagina ufficiale del santuario. “O Allah, affretta il tuo arrivo” scrive un altro utente in arabo. Per molti iraniani bisogna reagire. E già qualcuno ci ha pensato, come avvenuto lunedì sera a Bruxelles dove un lupo solitario ha sparato e ucciso due svedesi. Su Telegram la foto rimbalza di chat in chat, in particolare su quelle legate al mondo arabo. Sui gruppi palestinesi o su quelli dedicati alla guerra tra Israele e Palestina. Anche su X, il nuovo Twitter, molti utenti ricondividono e si dicono preoccupati.

Il santuario

Ma di cosa parliamo? Il santuario dell'Imam Reza è la più grande moschea del mondo quanto a superficie. All'interno del complesso sono anche presenti la Moschea Goharshad, due musei, una biblioteca, quattro madrase, un cimitero e l'Università di Scienze Islamiche Razavi.

Il complesso è un importante centro turistico in Iran ed è stato descritto da molti come

"il cuore degli sciiti iraniani" con oltre 25 milioni di fedeli che ogni anno visitano il santuario. Il grande complesso è gestito dalla Fondazione Astan Quds Razavi guidata da Ahmad Marvi, un importante chierico iraniano.

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