Massacrati 10mila cani: l'orrore del mercato cinese

Shenzhen e Zhuhai hanno vietato il commercio di carne di cane e gatto. Il 19,3% della popolazione cinese sarebbe contrario ad un divieto di consumo

Massacrati 10mila cani: l'orrore del mercato cinese
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La città cinese di Yulin si prepara al tanto contestato festival della carne di cane. Meno di un abitante su cinque, circa il 19,3% non accetterebbe un ipotetico divieto di consumo. Il 70% dei residenti, invece, si dice indifferente alla possibile norma. Il sondaggio della Suzhou Zhongyan Science and Technology Inc, commissionato da Vshine, il partner cinese di Humane Society International (HSI), racconta la visione dei cittadini in merito al triste evento.

Il festival

Tutti gli anni il 21 giugno, assieme al solstizio d’estate, inizia il festival di Yulin. L’evento crudele dura dieci giorni e si tratta di un’iniziativa commerciale e non ha nulla a che vedere con la tradizione cinese. In alcune zone del paese viene considerato normale consumare carne di cane ma, per merito dell’apertura cinese a livello internazionale, l’usanza negli ultimi anni ha ridotto notevolmente il numero dei propri visitatori.

La questione mediatica

Yulin sta attualmente peggiorando la propria reputazione anche per merito delle tantissime battaglie mediatiche. Il 73% degli abitanti ha affermato di consumare raramente carne di cane e gatto, il 18% dei residenti della città non la consuma per niente. Il 24% cucina una volta alla settimana piatti con la carne di quelli che noi consideriamo animali domestici da compagnia, Il 16,3% dei cittadini sarebbe d’accordo con un divieto dei consumi mentre il 22,3% non è contrario e il 42,1% non ha un’opinione in merito alla questione. Il 67% di coloro che consumano questa tipologia di carne lo fa nei ristoranti oppure a casa di altre persone. Le città di Shenzhen Zhuhai hanno vietato il commercio di carne di cane e gatto.

Chi vuole salvare gli animali

Come spiega Action Progect Animal, un’associazione che acquista recupera i cani dai sequestri che sono quasi sempre gravemente malati o molto provati dai trattamenti subiti e necessitano di cure. I poveri animali vengono rapiti e chiusi in gabbie piccolissime prima di essere mangiati. La crudeltà non finisce qui. I cani vengono sottoposti a torture e sevizie, questo perché i cittadini sono convinti che la carne di un animale sofferente sia più tenera e saporita. Davide Acito, fondatore dell’associazione dice: “Il nostro lavoro sul posto è coperto da segreto, sia perché è molto pericoloso muoversi in una nazione come la Cina sia perché, quando si vanno a toccare gl interessi economici al limite dell’illegale, questi sono spesso gestiti dal malaffare e dalla criminalità”. Secondo l’associazione sono almeno 10 mila tra cani e gatti gli animali che vengono uccisi durante i giorni del Festival. Peter Li, specialista di politica cinese della Humane Society International, in merito alla questione afferma: “Per troppo tempo questa città è stata tenuta in ostaggio da una piccola, ma vocale minoranza di commercianti di carne di cane e di gatto che chiaramente non rappresentano la maggioranza dei residenti.

Gli hotspot per il consumo di cani e gatti nel sud della Cina non solo causano sofferenze a decine di milioni di cani e gatti, ma mettono anche a rischio gli sforzi di controllo antirabbico della Cina, consentendo il trasporto non tracciato di numeri elevati di cani e gatti attraverso il Paese. — prosegue Li — È ora di porre fine a questa miseria”.

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