Il Grand Canyon e lo scontro tra due velivoli: la prima strage aerea della storia

Il 30 giugno 1956 due aerei di linea che stavano sorvolando la famosa zona del Grand Canyon, in Arizona, si scontrarono in volo, provocando il decesso di tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio. La cosiddetta "Collisione del Grand Canyon" fu il primo incidente della storia dei voli commerciali con più di 100 vittime

Il Grand Canyon e lo scontro tra due velivoli: la prima strage aerea della storia

Il 30 giugno 1956, sopra il famoso Grand Canyon, un aereo di linea della United Airlines si scontrò nei cieli dell’Arizona con un velivolo della compagnia aerea Trans World Airlines, provocando 128 vittime. La collisione del Grand Canyon fu il primo incidente commerciale a causare più di 100 vittime.

I velivoli e la collisione

I due velivoli coinvolti nel violento impatto che costò la vita a 128 persone, erano un Douglas Dc-7 Mainliner della United Airlines, comandato dal capitano Robert Shirley e un Lockheed L-1049 Super Constellation, della Trans Wolrd Airlines, con Jack Gandy ai comandi. Quel 30 giugno 1956, il volo United Airlines 718, decollò dall’aeroporto di Los Angeles alle 9:04 del mattino, con 53 passeggeri a bordo e 5 membri dell’equipaggio, diretto a Chicago, mentre il volo Twa 2 partì da Los Angeles con 31 minuti di ritardo, con 64 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, con direzione Kansas City.

Il volo United Airlines, una volta decollato, si portò a 21000 piedi, secondo le regole del volo strumentale (Instrument Flight Rules, detto anche Ifr). Ma malgrado avesse volato inizialmente in uno spazio aereo controllato, successivamente virò a sinistra per intercettare il segnale del radiofaro della città di Needles, California, finendo in uno spazio aereo non più controllato.

Il volo Lockheed compì le stesse manovre del volo United: si portò a 19000 piedi seguendo le regole dell’Ifr fino a Daggett, California, dove lo spazio aereo era controllato, in seguito effettuò una virata a destra, seguendo il radiofaro di Trinidad, Colorado e finendo anch’esso in uno spazio aereo non controllato. Dopo il decollo, il capitano Gandy chiese di poter portare il velivolo a quota 21000 piedi per evitare un temporale, ma gli fu negato il permesso dall’Air Traffic Control (Atc). Questa decisione venne presa in quanto l’Atc non era in grado di effettuare la separazione orizzontale necessaria tra due aerei che volavano alla stessa altitudine. Gandy chiese quindi di potersi alzare “1000 on top”, che in gergo vuol dire 1000 piedi sopra le nuvole. A questo punto il comandante portò l’aereo non a 20000, bensì a 21000 piedi.

Entrambi i velivoli sarebbero arrivati su quella che viene definita “Painted Desert”, una linea lunga circa 200 miglia tra i radiofari di Bryce Canyon, Utah e Winslow, Arizona, collocata fuori dallo spazio aereo controllato. Purtroppo, i due aerei, all’altezza della Painted Desert, stavano volando alla stessa altitudine, e quasi alla stessa velocità, quando, alle 10:03, si scontrarono. L'impatto causò il decesso di tutte le persone a bordo dei due aerei.

Le ricerche e le indagini

Nel 1956 non era obbligatorio per tutti gli aerei essere dotati delle scatole nere, infatti né il volo Ua, né il Twa ne erano provvisti. Inoltre, la zona in cui avvenne l'impatto tra i due velivoli, non era era sotto controllo radar e le ultime posizioni registrate degli aerei non corrispondevano a quelle reali. Fu quindi difficoltoso ritrovare gli aerei, in una zona deserta, senza alcun testimone diretto dell'incidente. Dopo un lasso di tempo trascorso senza comunicazioni da parte di entrambi i velivoli, vennero inviate le squadre di ricerche e soccorso per rintracciare i due aerei scomparsi. Il Dc-7 della United Airlines fu ritrovato dai fratelli Henry e Palen Huding, che possedevano una compagnia di aerotaxi.

I due, stavano sorvolando l'area della collisione, quando notarono del fumo provenire proprio da quella zona, ma non diedero peso alla cosa, pensando che l'incendio fosse stato provocato da un fulmine. Quando, in seguito, vennero a sapere che due aerei di linea risultavano scomparsi, tornarono sul luogo dell'incedio a bordo di un Piper e rintracciarono i resti dei due aeromobili. Vennero informate immediatamente le autorità, che nei giorni successivi si adoperarono per ritrovare le vittime e i relitti, anche se a causa del forte impatto non fu possibile recuperare tutti i corpi e identificare la maggior parte delle vittime. 29 vittime del volo Twa furono sepolte al Grand Canyon Pioneer Cemetery, mentre ben 66 su 70 passeggeri e membri dell'equipaggio del volo United Airlines furono sepolte in una fossa comune a Flagstaff, Arizona.

A causa della mancanza dei registratori di volo e dei pochi resti ritrovati dei due velivoli, le indagini risultarono alquanto complesse. Le autorità furono comunque in grado di stabilire diversi fattori che scatenarono la tragedia: i piloti non riuscirono a vedere l'altro aereo in tempo, fattore che, seppur non venne chiarito del tutto, non fu imputato al pilota del Trans World Airlines, Jack Gandy, il qule decise di volare "1000 on top", portandosi alla stessa quota del volo United. Ma piuttosto, nella relazione finale, si fece menzione a questioni tecniche, ignorando il fatto che le compagnie aeree americane all'epoca consentivano ai loro piloti di eseguire manovre a volte pericolose, per permettere ai passeggeri di godersi la vista del Grand Canyon.

Il controllore di volo che autorizzò Gandy ad alzarsi "1000 on top" fu scagionato, benchè venne molto criticato dalla stampa, e gli americani cominciarono a non avere più fiducia nei Super Constellation e nei Dc-7, tanto

da spingere le compagnie ad apportare delle modifiche ai velivoli. Anche l'Atc fu dotato di attrezzature più moderne per il controllo del traffico aereo, affinchè tragedie come quella del Grand Canyon non accadessero più.

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