
Greta Thunberg è stata espulsa da Israele. Il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha confermato di aver espulso l'attivista svedese e altri 170 colleghi. "Altri 171 provocatori della flottiglia [...], tra cui Greta Thunberg, sono stati espulsi oggi da Israele verso Grecia e Slovacchia" si legge su X, dove è stata pubblicata una foto della ventiduenne e di altre due donne all'aeroporto internazionale Ben Gurion vicino a Tel Aviv, con indosso le tute grigie indossate nelle prigioni israeliane. Tra le persone deportate ci sono cittadini di Grecia, Italia, Francia, Irlanda, Svezia, Polonia, Germania, Bulgaria, Lituania, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Danimarca, Slovacchia, Svizzera, Norvegia, Regno Unito, Serbia e Stati Uniti. Secondo Ynet, il volo in questione – in partenza dall’aeroporto di Ramon – verrà pagato dal governo di Atene.
Si conclude così il secondo tentativo dell’ex paladina del clima di rompere il blocco di Israele per raggiungere Gaza. Il primo risale allo scorso giugno e anche in quell’occasione era stata fermata e cacciata dal Paese. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le polemiche sui presunti disagi vissuti durante la detenzione. Secondo quanto riferito dal Guardian, Greta Thunberg avrebbe ha dichiarato ai funzionari svedesi di essere sottoposta a duri trattamenti in custodia israeliana. La giovane avrebbe raccontato di essere stata detenuta in una cella infestata da cimici, con troppo poco cibo e poca acqua. Ma non solo: sarebbe stata anche costretta a baciare la bandiera israeliana.
Una ricostruzione smentita senza mezzi termini da Tel Aviv. "Le affermazioni sui maltrattamenti di Greta Thunberg e di altri detenuti della ‘Flotilla Hamas-Sumud' sono sfacciate menzogne. Tutti i diritti legali dei detenuti sono pienamente tutelati" quanto dichiarato dal ministero degli Esteri israeliano. "È interessante notare che Greta stessa e altri detenuti si sono rifiutati di accelerare la loro espulsione e hanno insistito per prolungare la loro permanenza in custodia. Greta non ha nemmeno presentato reclamo alle autorità israeliane per nessuna di queste accuse ridicole e infondate, perché non si sono mai verificate", si legge ancora.
Ricordiamo che la Thunberg aveva abbandonato il comitato direttivo della Flotilla per dissapori con alcuni membri, tanto da cambiare anche
l’imbarcazione. Negli scorsi giorni era intervenuto anche il governo svedese, sottolineando di non avere alcuna possibilità di fornire “assistenza consolare in mare” e invitando la ventiduenne – insieme agli altri attivisti – a tornare a casa.