Sperare che una delle giornate più sacre per i cristiani rimanesse al sicuro dal virus woke è rimasta solo una mera speranza. Dopo aver ricevuto la segnalazione di un whistleblower, la circolare inviata dalla Chiesa d’Inghilterra alle varie diocesi è stata resa pubblica, causando sconcerto tra i fedeli anglicani. Quale sarebbe la causa della confusione? Il fatto che la gerarchia abbia “consigliato” ai sacerdoti di cambiare il testo di alcuni inni tradizionali per evitare di “causare offese non necessarie” ai fedeli di altre religioni. Una deriva che giunge dopo una serie di scandali che hanno scosso le fondamenta della chiesa ufficiale britannica, che ha come capo spirituale re Carlo III.
“Parole problematiche”
Il pezzo pubblicato sul Telegraph sceglie di prendere per i fondelli la circolare, con quel pizzico di sottile perfidia molto inglese. Il consiglio arrivato ai sacerdoti della diocesi di Birmingham, città dove ci sono già più moschee che chiese, è di munirsi di cancelletto ed essere sicuri che alcune parole nel testo di alcuni inni tradizionali siano adeguate ai tempi moderni. La collega ritiene singolare che qualcuno che trova la religione cristiana offensiva si trovi all’interno di una chiesa ma tant’è: l’importante è evitare che qualcuno rimanga offeso. Il parroco che ha segnalato la circolare ha confermato che è arrivata a tutte le diocesi del paese, con l’indicazione chiara di modificare il testo di alcuni inni per “evitare di offendere qualcuno”. Le modifiche richieste farebbero sbellicare dalle risate se non stessimo parlando di una cosa serissima come la fede. O Come, O Come, Emmanuel va cambiato perché descrive le altre religioni come “al di fuori della Grazia di Dio” mentre Lo, He Comes With Clouds Descending avrebbe commesso un reato ancora più grave contro la religione woke: affermare che Gesù Cristo è il “vero Messia”.
L’email inviata come corollario alla circolare fa francamente cascare le braccia: “Cercate di usare un linguaggio che non aggiunga confusione o tensione, senza che tolga alcunché alla buona notizia della Natività”. Tradotto dal burocratese, più o meno suona come: per l’amor di Dio, fate di tutto per rimuovere qualsiasi cosa che possa ricondurre alla fede cristiana. Il parallelo della collega è singolare ma efficace: se ogni volta che compri del cibo spazzatura ti facessero passare un quarto d’ora a flagellarti per il peccato di gola che hai appena commesso, alla fine ti passerebbe la voglia. La questione, purtroppo, è ancora più grave: la Chiesa Anglicana non ha il coraggio delle proprie idee e sembra ossessionata dall’idea di espiare il peccato originale, ovvero la fede cristiana. Il fatto che più di 400 chiese abbiano chiuso negli ultimi anni e che sempre meno inglesi si definiscano anglicani è la triste conseguenza di aver sacrificato l’anima di un’intera chiesa sull’altare della religione woke.
Un'istituzione allo sbando
Questo non è che l’ultimo scandalo di un’istituzione che, negli ultimi anni, è stata accusata di passare più tempo a diffondere l’ideologia woke che a testimoniare il Vangelo. L’anno scorso, ad esempio, la Chiesa d’Inghilterra ha lanciato un progetto per discutere l’uso del cosiddetto linguaggio gender-neutral per riferirsi all’Onnipotente. Qualche settimana dopo, il Sinodo Generale, l’organismo legislativo della Chiesa, ha votato a favore del riconoscimento dei matrimoni gay, autorizzando i sacerdoti anglicani a benedire queste unioni in chiesa. C’è chi dice che la deriva a sinistra dell’istituzione sia arrivata con la nomina ad Arcivescovo di Canterbury di Justin Welby, personaggio altamente discutibile, finito da tempo nel mirino dei conservatori e di buona parte dei fedeli anglicani.
Alla fine, però, non sono state le discussioni teologiche a costringerlo a dimettersi. Il mese scorso Welby ha deciso di lasciare la guida della chiesa dopo che una serie di accuse circostanziate avevano dimostrato come, una ventina di anni fa, si fosse impegnato in prima persona per insabbiare una serie di violenze sessuali commesse da uno degli amministratori dell’istituzione nei confronti di minori durante alcuni campi estivi organizzati dalla chiesa.
Per i commentatori conservatori non è che l’ultimo passo della triste parabola che ha trasformato l’istituzione religiosa più autorevole del Regno Unito in una grottesca brutta copia. A Re Carlo il compito non invidiabile di salvarla dall’autodistruzione prima che sia troppo tardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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