In assenza di pace tra Azerbaigian e Armenia il rischio che tra i due Paesi possa scoppiare una nuova guerra è altissimo. Lo ha detto senza troppi giri di parole Nikol Pashinian, primo ministro armeno, secondo cui una simile eventualità è "molto probabile". Pashinian ha inoltre denunciato quello che secondo lui è un "genocidio" in corso nel Nagorno-Karabakh per mano di Baku.
Azerbaigian e Armenia ai ferri corti
Nel corso di un'intervista all'Afp, il leader armeno ha fatto capire che il clima nella regione è tesissimo. "Fino a quando non sarà firmato un trattato di pace e tale trattato non sarà ratificato dai Parlamenti di entrambi i Paesi, ovviamente, è molto probabile una nuova guerra con l'Azerbaigian", ha avvertito.
Ricordiamo che, come ha sottolineato Erevan, lo scorso 13 maggio le truppe azere hanno ucciso un soldato armeno negli scontri avvenuti al confine tra i due Paesi, entrambi in lizza per il controllo dell'enclave del Nagorno-Karabakh. La scintilla ha quindi scatenato un incendio diplomatico che rischia di fara deragliare i colloqui di pace guidati dall'Unione europea.
Scontri al confine
Il ministero della Difesa armeno ha affermato che venerdì "le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco in direzione di Sotk (parte orientale del confine di stato ndr) utilizzando Uav (droni ndr)" e che "hanno aperto il fuoco con armi pesanti sulle posizioni armene vicino al villaggio di Kut", nella provincia di Gegharkunik vicino alla frontiera con l'Azerbaigian. Il bilancio armeno è di una vittima e due feriti.
Il ministero della Difesa dell'Azerbaigian ha dichiarato però che "le forze armate armene hanno aperto il fuoco con mortai da trincea sulle posizioni azere" al confine. Giovedì, un militare azero è stato ucciso e quattro soldati armeni sono rimasti feriti durante gli scontri al confine.
Colloqui complessi
Pashinian e il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, si dovrebbero incontrare domenica a Bruxelles per i colloqui guidati dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il leader armeno ha accusato l'Azerbaigian di cercare di minare il dialogo, avvertendo che durante l'incontro ci sarebbero state "pochissime" possibilità di firmare un accordo di pace con l'Azerbaigian. Una bozza di accordo "è ancora in una fase molto preliminare ed è troppo presto per parlare di un'eventuale firma", ha aggiunto Pashinyan.
L'Occidente ha intensificato la mediazione tra Erevan e Baku, mentre l'influenza della Russia, storicamente il principale intermediario di potere tra le ex repubbliche sovietiche, è diminuita in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. È così che l'Armenia, che aveva fin qui tradizionalmente fatto affidamento su Mosca come garante della sicurezza, è diventata sempre più frustrata nei confronti del Cremlino.
Il tentativo della Russia
Tuttavia, nei giorni scorsi il ministero degli Esteri russo ha spiegato che la Federazione russa sarebbe presto stata pronta ad organizzare un incontro trilaterale dei ministri degli Esteri russo, armeno e azero a Mosca con un focus sul trattato di pace tra Baku e Yerevan.
"Siamo pronti a organizzare una riunione trilaterale dei ministri degli Esteri a Mosca nel prossimo futuro per discutere come attuare gli accordi al più alto livello, compresa l'approvazione del trattato di pace, al fine di procedere successivamente a un summit russo-azerbaigiano-armeno a Mosca per firmare il suddetto documento", aveva informato il ministero.
Ebbene, il portavoce del ministero degli Esteri armeno, Ani Badalyan, ha confermato l'incontro, che si
terrà nella capitale russa a livello di ministri degli Esteri. Badalyan ha precisato che l'Armenia "ha accettato la proposta di un incontro a Mosca". Nel frattempo la tensione tra Armenia e Azerbaigian è sempre più alta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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