Il suo gesto, compiuto nella prima settimana di questo 2023, aveva in primis suscitato curiosità: si è presentato nella caserma dei carabinieri di Berceto, realtà comunale del quale è amministratore dal 2009, e si è autodenunciato per alto tradimento nei confronti della Costituzione italiana. Ma proprio pochi giorni fa ha rincarato la dose, puntando il dito innanzitutto contro il centrosinistra e contro Matteo Renzi. Questa l'iniziativa provocatoria di Luigi Lucchi, sindaco del paese della provincia di Parma, in segno di protesta contro le modifiche apportate alla Costituzione nell'ultimo mezzo secolo. Ex-socialista eletto a capo di una civica ed attualmente al terzo mandato, è curioso come la sua critica riguardi in primis esponenti di quella che dovrebbe essere la parte politica a lui più vicina, alla luce del suo passato: nella sua considerazione fa in particolare riferimento al referendum di quasi sette anni fa, il cui esito decretò (a conti) fatti la fine del governo Renzi.
Stando a quanto fatto presente dalla stampa locale non si tratterebbe peraltro della prima protesta "sui generis": nel 2016, ad esempio, Lucchi celebrò simbolicamente il funerale di Paperon de Paperoni, per denunciare la fine del "capitalismo romantico". In un lungo commento sulla propria pagina Facebook, il primo cittadino ha rivendicato proprio di recente la sua autodenuncia, sollecitando la nascita di una discussione sul tema. Un obiettivo che ad oggi non risulta aver raggiunto, ma l'inventiva non sembra se non altro mancargli. E chissà che un'eventuale nuova trovata "sopra le righe" non possa davvero innescare un dibattito più concreto, nei prossimi mesi.
La versione del sindaco
"L’educazione civica mi ha fatto conoscere ed apprezzare la Costituzione e indotto ad attribuirgli un’importanza che si attribuisce a un documento vivo, non solo apparente e dovuto. L’amore, il grande amore per la Costituzione, invece, nasce in me nel 2016, terrorizzato dalle modifiche che voleva apportargli il governo di Matteo Renzi. Resto ancora basito nello scoprire che un’intera classe politica vede nella Costituzione un ostacolo e addirittura un ostacolo alla governabilità. Le tante modifiche apportate dal 1963 a oggi alla Costituzione, hanno, a mio avviso, danneggiato non poco il popolo italiano - la sua posizione - ho coltivato la certezza che solo riportando la nostra Costituzione al testo originario, firmato il 27 dicembre 1947, si potrà tornare a una politica democratica fatta in favore del popolo. Gli italiani, insomma, tornerebbe a detenere la sovranità come uno Stato di diritto e una democrazia matura richiederebbero.
Le modifiche apportate dimostrano ogni giorno che il danno che viene arrecato soprattutto alle persone più deboli e ai territori più poveri ed emarginati. Il mio gesto, ritenuto da più folcloristico, nasce per un sen-so di dovere e rispetto verso le tante persone che nei secoli hanno lottato, sofferto e dato la vita, per avere una Costituzione.
La Costituzione Italiana, come tutti sanno, è nata dopo una dittatura, una guerra fratricida e una guerra mondiale. Tante culture politiche, con voto favorevole, vi sono confluite: direi tutte. Non dovrebbe essere guastata, insomma, a cuor leggero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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