“Asino, non capisci niente” e poi insulti razzisti nei confronti di due alunni extracomunitari. Una insegnante di Gaeta si trova a processo e deve rispondere di di abuso dei mezzi di correzione, aggravati dal pregiudizio razziale. Nei giorni scorsi, in tribunale, sono state ascoltate le testimonianze degli alunni.
Maltrattamenti durante le lezioni
I fatti, come racconta LatinaOggi, sono avvenuti nel corso dell’anno scolastico 2018-2019 in una scuola elementare di Gaeta, in particolare in una delle classi assegnate all’insegnante. A denunciare l’accaduto sono stati i genitori di alcuni degli alunni, che si erano insospettiti dall’atteggiamento strano dei figli. Spronati a parlare i ragazzini hanno raccontato, tra le lacrime, quanto accadeva trai banchi di scuola e come a insidiare la loro serenità fosse proprio l’insegnante. Dopo denunce e indagini, si è arrivati al processo e l’altro ieri, presso il tribunale di Cassino, s’è svolta una fase cruciale, ossia l’escussione, a porte chiuse, delle testimonianze di quattro ex alunni, tutti ancora minorenni, dell’insegnante.
Le accuse: comportamenti razzisti
Sostanzialmente sono state confermate le accuse nei confronti della donna che avrebbe usato metodi di insegnamento discutibili fino ad arrivare a vere e proprie violenze fisiche oltre che verbali e psicologiche. L’insegnante avrebbe preso a schiaffi in più occasioni gli studenti che a suo dire non si comportavano bene o non sapevano rispondere se interrogati, in quanto avevano problemi di apprendimento. Ma una delle aggravanti, secondo l’accusa guidata dal pm Fusco, è la natura razzista di alcuni comportamenti: la donna infatti avrebbe usato epiteti razzisti nei confronti di due alunni, entrambi stranieri, uno dei quali di colore.
La difesa: accuse ridimensionate e quell’encomio dalla scuola
Interessante la fase del controesame effettuato dall’avvocato difensore dell’insegnante, Enzo Macari. Infatti, rispetto alle accuse contenute nel primo esposto, alcuni passaggi sono stati ridimensionati dall’audizione degli alunni, anche se permangono in generale le accuse di violenza e di razzismo.
Il legale ha però prodotto agli atti un documento che attesta come la scuola dove si sono svolti i fatti abbia consegnato un encomio all’insegnante al momento della pensione. Insomma, le accuse sarebbero eccessive. La prossima udienza è stata fissata a novembre e entro fine anno dovrebbe arrivare la sentenza.
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