Sono finiti in manette, questa mattina, i due presunti scafisti dell’imbarcazione di migranti che una settimana fa, il 12 luglio scorso, si è ribaltata al largo di Lampedusa provocando sette dispersi (tre adulti e quattro minori) e la morte per annegamento di un bambino di 4 anni. Il gruppo di migranti era in viaggio verso Reggio Calabria quando c’è stato il tragico incidente. A soccorrerli la nave “Dattilo” della Guardia Costiera, ma per il piccolo, in viaggio con la madre, non c'è stato nulla da fare. Questa mattina, poi, gli agenti delle squadre mobili di Reggio Calabria e di Agrigento hanno arrestato i due giovani originari della Sierra Leone. Si tratta di Mohamed Jor Ginho Cissay di 20 e di Joseph Konteh di 19 anni. Il capo d’accusa per i due è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza dello stesso reato.
Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari, Irene Giani, su richiesta della Procura di Reggio, gli indagati hanno "agito servendosi di una rete più ampia, in sinergia con altri soggetti, operanti tanto sulle coste tunisine quanto sulle coste italiane e incaricati di sovrintendere alle fasi dell'organizzazione della partenza e dell'arrivo".
Stando alle indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal pm Federico Sardegna, entrambi gli uomini finiti in manette sarebbero gli scafisti che hanno guidato l'imbarcazione partita da Sfax, in Tunisia, fino a Lampedusa. Mentre il primo, Mohamed Jor Ginho Cissay, subito dopo l'arrivo a Reggio Calabria, a bordo della nave "Dattilo", è stato fermato il 13 luglio dalla squadra mobile diretta da Alfonso Iadevaia, l'altro scafista è stato arrestato dalla squadra mobile di Agrigento a Lampedusa dove, per motivi sanitari, era stato accompagnato dopo il naufragio.
I due arrestati sono stati riconosciuti dai migranti superstiti che, agli investigatori, hanno ricostruito i momenti in cui l’imbarcazione si è capovolta.
Secondo il gip Giani, che ha convalidato il fermo e ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, il trasporto dei migranti "è stato assicurato dagli indagati, mediante un'imbarcazione che, per dimensioni e caratteristiche strutturali, era assolutamente inadeguata ad affrontare il tragitto con la moltitudine dei soggetti trasportati (tra le quarantacinque e le cinquanta persone, in modo da precludere ogni capacità di movimento)". "Tale circostanza - si legge sempre nel provvedimento di arresto - era sicuramente idonea, in sé, ad esporre i passeggeri a pericolo concreto per la loro vita o comunque per la loro incolumità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.