Le coppie migranti gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender che chiedono asilo a Roma potranno usufruire di residenze in zone centrali della città dotate di wi-fi gratis e ascensore. Il bando di gara presentato dal Comune scade il prossimo 20 gennaio, ma le polemiche già imperversano da giorni. Ad essere presa di mira è Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Nel bando si legge che le abitazioni dovranno essere individuate in “quartieri che favoriscano l'inserimento delle persone accolte nel contesto locale, facilitando la costruzione di rapporti relazionali necessari per il raggiungimento di un'adeguata integrazione sociale”.
I privilegi
La casa, inoltre, dovrà garantire una serie di comfort per le coppie migranti. Dall’ascensore, se l’abitazione non è al piano terra, al servizio wi-fi gratuito “per permettere alle persone accolte la possibilità di poter accedere gratuitamente ai collegamenti online, in modo da consentire la fruizione di servizi educativo-formativi e lavorativi previsti dal progetto”. L’iniziativa, come riporta il quotidiano Libero, fa parte del progetto Sistema accoglienza e integrazione (Sai) voluto dall’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, ed è finanziato con fondi nazionali. L’obiettivo è evitare che le coppie Lgbt possano essere ospitate nei centri di accoglienza dove, secondo un rapporto dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, c’è il rischio che venga “ostacolata l'emersione o l'espressione di un'identità di genere o di un orientamento sessuale dissimile dal resto dei conviventi”. In questo modo si paragonano le persone Lgbt ad altri soggetti fragili come disabili e donne vittime di violenza sessuale.
Le polemiche
Ad essere contraria al bando è la Lega che lancia una serie di accuse alla giunta Gualtieri. “Il provvedimento – ha dichiarato Fabrizio Santori, capogruppo del partito di Matteo Salvini – mette sullo stesso piano i problemi che potrebbero incontrare queste persone con quelli sicuramente già sperimentati, subiti e sofferti per anni dalle donne vittime di violenza con i loro bambini e per le quali è assurdamente previsto lo stesso numero di sistemazioni”. Il leghista, poi, ha aggiunto: “Perché dedicare alle persone Lgbt oltre 600mila euro, richiedendo oltretutto sistemazioni che non è esagerato definire da hotel di lusso? Il sospetto è che dietro ci sia un interesse lobbistico”.
Pro Vita Famiglia: migranti Lgbt equiparati a donne vittime di violenza
Sulla vicenda interviene anche Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus: "Il bando choc di Roma Capitale mette in campo una palese e vergognosa discriminazione tra migranti di serie A e migranti di serie B.
Come farà ora il Comune a distinguere tra persone Lgbt e non per dare seguito al bando? Cosa dovrà fare un migrante per accertare di essere Lgbt e giovare dell’accoglienza? Questo progetto 'esclusivo' - prosegue Coghe - lede i diritti delle persone e gioca ideologicamente sulla pelle di tutti i migranti pur di portare avanti l’agenda arcobaleno promossa dall’amministrazione Gualtieri e iniziata con la creazione, appena eletto, dell’Ufficio Lgbt+ con a capo Marilena Grassadonia, ex presidente di Famiglie Arcobaleno. La solidarietà non dovrebbe aver nessun colore politico, figuriamoci quello arcobaleno che vuole aiutare i migranti solo in base al loro orientamento sessuale".
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