Arriva da Palermo la notizia di un nuovo caso di aggressione ai danni di un operatore sanitario. Stavolta la vittima è un medico primario dell'ospedale Cervello, colpito da un paziente armato di tirapugni. Il professionista ha riportato una grave ferita alla testa e ha avuto necessità di essere portato in sala operatoria.
Cosa è successo
Secondo quanto riferito sino ad ora, l'episodio si è verificato nel corso del pomeriggio di oggi, mercoledì 21 febbraio. Ad essere aggredito è stato il dottor Alfredo Caputo, medico endocrinologo di 64 anni, fra l'altro primario di reparto all'ospedale Cervello. A quanto pare il paziente doveva sottoporsi a una visita ambulatoriale programmata, e per tale ragione si era recato al nosocomio.
Ancora poco chiare le ragioni che hanno scatenato la furia del paziente. Stando alle ultime informazioni riportate dalle agenzie di stampa, l'uomo pretendeva che Caputo, responsabile del servizio di Endocrinologia a indirizzo oncologico per adulti, gli prescrivesse un particolate farmaco. Il primario, però, avrebbe negato la prescrizione, e tanto sarebbe bastato a far arrabbiare il paziente, che ha dato di matto.
In preda alla furia, l'uomo si è scagliato contro il dottor Caputo. Il violento era armato anche di un tirapugni, e servendosi dell'oggetto è riuscito ad infliggere lesioni anche gravi al medico, che ha riportato una ferita lacero-contusa alla testa e una probabile frattura a uno degli arti superiori.
Si è trattato di un episodio di una violenza inaudita, che ha portato ancora una volta l'attenzione sulla necessità di tutelare il personale sanitario mentre si trova sul posto di lavoro. Per fortuna il primario è stato soccorso dagli altri professionisti e dalle persone che si trovavano in reparto. "Pensavamo l'avesse accoltellato, aveva il camice pieno di sangue", ha dichiarato un testimone, come riportato da PalermoToday.
A causa delle ferite riportate, il medico è finito in sala operatoria per essere sottoposto a intervento chirurgico. La prognosi è riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Le indagini
Mentre si verificava l'aggressione, qualcuno ha contattato le forze dell'ordine, ma all'arrivo della polizia il paziente era già riuscito a scappare e far perdere le proprie tracce.
A raggiungere l'ospedale sono stati gli agenti del commissariato San Lorenzo e della Squadra mobile, che hanno raccolto parecchie informazioni dalle persone presenti e recuperato i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Si cerca, dunque, il responsabile."Qua siamo in zone di frontiera, siamo abbandonati a noi stessi", hanno protestato i medici dell'ospedale.
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