Viaggio in un liceo occupato: sempre e comunque contro il governo Meloni

Per gli occupanti del liceo artistico Caravaggio manifestare è un diritto che non deve essere violato, ma sanno poco e niente sul "decreto Rave". Tra i cavalli di battaglia c'è l'antifascismo e educazione sessuale "non etero normata"

Viaggio in un liceo occupato: sempre e comunque contro il governo Meloni

Da lunedì scorso alcuni studenti hanno occupato il liceo artistico Caravaggio di via Prinetti, a Milano, e la loro azione è stata rivendicata sui social dal "Collettivo Casco". È la quinta scuola occupata da gennaio, dopo il Severi Correnti, il Tito Livio, il Manzoni e il Boccioni. L'occupazione dovrebbe continuare fino a venerdì 3 marzo, quando gli studenti lasceranno la scuola per prendere parte al corteo "Fridays for Future". Abbiamo deciso di recarci al Caravaggio per parlare direttamente con alcuni degli occupanti e cercare di capire le loro motivazioni.

Rivendicano il diritto alla protesta

Alla domanda "perché state occupando?", una ragazza ha risposto in questo modo: "Per tante cose, soprattutto perché è nostro diritto farlo. Il diritto a protestare ci è stato tolto visto che è stato approvato un regolamento secondo il quale rischiamo la sospensione se esprimiamo le nostre idee". Nel regolamento d'istituto in effetti da dicembre sono state introdotte delle misure volte a scongiurare lo stillicidio di proteste che, ogni anno, riducono al minimo le ore di lezione. Da dicembre chi si ferma nella scuola dopo l'orario delle lezioni o interrompe le attività didattiche rischia una ammonizione scritta o, nei casi più gravi, anche la sospensione. Una studentessa ci spiega: "Occupando il liceo anche io adesso sto rischiando di essere sospesa e se questo avviene influirà sul mio voto in condotta".

Andando nel dialogo con gli studenti abbiamo capito che il decreto anti rave, sia pure indicato tra i motivi della protesta, non è il punto cruciale del problema. Qualcuno lo cita, in modo potremmo dire strumentale, sottolineando che ha introdotto il reato di invasione di terreni ed edifici allo scopo di organizzare raduni (anche occupazioni), di oltre 50 persone, che possono essere pericolosi per l'ordine, l'incolumità e la salute pubblica.

Agli altri chiedono il rispetto delle regole

Nel loro comunicato, visibile sui social, gli studenti ricordano che trascorrono ogni giorno "6 o più ore in un ambiente che non è sicuro a livello strutturale", e pertanto chiedono "una scuola pulita e a norma per studenti e professori, perché è inammissibile vivere in una struttura che non riceve la manutenzione adeguata, dove le fognature esondano più volte all'anno e i cui i muri crepano dopo una leggera scossa". Ci sono davvero tutti questi rischi in questa scuola milanese? Una ragazza osserva che, a suo parere, ci sono scuole in condizioni peggiori. Colpisce che i giovani giustamente pretendano il rispetto delle regole. Quelle regole che, spesso, loro stessi non intendono osservare. Spiegare loro il significato della coerenza male non farebbe.

La studentessa con cui abbiamo parlato ha anche tenuto a sottolineare che un altro degli obiettivi della "lotta" è impedire che le istituzioni continuino a tagliare fondi alla scuola pubblica, e diano invece la priorità al servizio medico e psicologico, oltre che al rinnovamento strutturale.

A questo punto ci è sembrato interessante chiederle cosa pensi (lei e i suoi compagni) della politica e in particolare del governo: "Siamo contrari, è ovvio - ha precisato la ragazza con una certa enfasi - basti pensare chi c'è al potere". Una alunna ha però commentato: "Io non faccio di tutta l'erba un fascio, magari qualcosa di buono lo fanno anche, ma questa è una mia opinione personale. E comunque siamo contro". Sulle primarie del Pd e sulla vittoria della Schlein zero assoluto.

Tra antifascismo ed educazione sessuale

Alcuni studenti ci hanno poi spiegato che, durante l’occupazione, vengono organizzati diversi collettivi/laboratori che toccano diversi temi. Ieri, per esempio, è intervenuto un giornalista di Radio Popolare che ha fatto una "lezione di giornalismo", mentre oggi è in programma una riunione sull'antifascismo con la Brigata Da, e subito dopo una di educazione sessuale e di genere.

In un comunicato si legge: "Vogliamo una scuola antifascista, che ci insegni consapevolezza e attualità al posto di zittire le denunce al fascismo e negare l’esistenza di esso quando è presente più che mai" e anche che vogliono "una scuola che garantisca una educazione sessuale laica volta al piacere e al consenso, che non sia etero normata e che non reprima la nostra sessualità".

Abbiamo provato a contattare anche la preside dell'istituto, Antonella Esposito, ma ci ha fatto sapere di essere troppo occupata e di non avere tempo per parlare con noi.

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