I punti chiave
Il terremoto di magnitudo 3.0 che ha interessato l'area del Vesuvio nel tardo pomeriggio dell'11 marzo non deve allarmare più di tanto la popolazione di Napoli perché si tratta di una rarità e potrebbe rientrare nell'ambito della riattivazione di alcune faglie che si trovano nella parte inferiore del vulcano. A spiegare cosa è successo sono gli esperti dell'Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che hanno spiegato la sismicità del Vesuvio sottolineando la totale estraneità rispetto a quanto accade sui Campi Flegrei.
La nota dell'Ingv
"Il Vesuvio è un vulcano attivo e, come tutti i vulcani attivi, ha la sua sismicità caratteristica, connessa con la normale evoluzione del vulcano in un periodo di quiescenza come quello attuale", hanno spiegato gli esperti dell'Osservatorio Vesuviano della Sezione di Napoli. Chi abita alle sue pendici forse non sa che sono centinaia gli eventi sismici che si registrano ma non sono avvertiti dalla popolazione perché con magnitudo molto bassa a parte quello di un anno fa, sempre a marzo, che raggiunse il 2.8 della scala Richter. Un anno dopo, ecco quello di poco superiore delle scorse ore che "sono molto più rari e rappresentano in genere casi isolati che, a differenza di quelli più comuni, possono verificarsi al di fuori dell’asse craterico e a profondità maggiori".
Le possibili cause
Come mai, però, può essersi verificato questa tipologia di terremoto? Gli esperti spiegano che può esserci una probabile correlazione "alla parziale e locale riattivazione di faglie che interessano il basamento dell’edificio vulcanico". Niente paura, come detto, dal momento che per trovare un terremoto più forte e comunque inferiore a magnitudo molto più pericolose fu quello del 1999 con 3.6. Si tratta, tra l'altro, dell'evento più forte dal 1944 ad oggi. L'Osservatorio spiega che, in quanto eventi isolati, "questi terremoti non danno particolari informazioni sull’attività del vulcano ma, naturalmente, tutti i sistemi di sorveglianza dell’INGV, che monitorano tutti i parametri fisici e chimici che caratterizzano il Vesuvio, sono costantemente attivi per evidenziare tempestivamente qualsiasi variazione che possa dare indicazioni sullo stato del sistema vulcanico".
Quiete del vulcano
La rete di monitoraggio del Vesuvio non ha registrato alcuna anomalia che possa essere ricondotta a significative variazioni dello stato del vulcano, motivo per il quale l'allerta per la popolazione è di colore verde, che indica cioè uno stato di quiete ed è la più bassa in una scala crescente che va da gialla ad arancione e infine all'allerta rossa.
Da domenica 17 marzo a martedì 19, tra l'altro, sarà possibile per famiglie e studenti delle "zone rosse" individuate dal Piano Nazionale della Protezione Civile visitare la storica sede dell'Osservatorio Vesuviamo e alcuni luoghi dell'area vulcanica 80 anni dopo l'ultima eruzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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