"Bambine a lezione col burqa": il radicalismo islamico entra a scuola

A Monfalcone (Gorizia) i preoccupanti segni del radicalismo islamico si manifestano già nelle scuole. "Situazione drammatica". E alla luce dell'allerta terrorismo il sindaco prepara un provvedimento anti-burqa

"Bambine a lezione col burqa": il radicalismo islamico entra a scuola
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"La nostra è una situazione drammatica". Il grido d'aiuto proviene da un territorio esposto a un processo di islamizzazione insistente, con una progressiva e inquietante virata verso fenomeni di vero e proprio integralismo. A Monfalcone (Gorizia), l'alta percentuale cittadini di fede islamica - più del 33% - ha trasformato il Comune in un luogo dove gli italiani faticano sempre più a sentirsi a casa loro. Il sindaco Anna Maria Cisint da tempo denuncia le difficoltà legate a una convivenza ormai sempre più difficile, gravata dal fatto che "queste persone non danno l'impressione di volersi integrare, ma pretendono invece di vivere come se fossero nei loro Paesi di origine".

Il velo nero e la sottomissione

La predicazione radicale di alcuni imam del territorio, poi, ha sgretolato ulteriormente le possibilità di dialogo con la comunità locale, rafforzando invece la severa applicazione di alcune norme previste dalla sharia. La legge islamica dettata da Allah e ritenuta pertanto definitiva. Intoccabile. La cartina di tornasole più emblematica di questo fenomeno è la situazione nelle scuole di Monfalcone, dove è aumentato sensibilmente il numero di bambine che si presentano a lezione con il viso completamente coperto da un velo nero, da cui spuntano solo gli occhietti. "Già a scuola si capisce come la cultura islamica preveda un diverso trattamento per le donne. Le famiglie sono disinteressate alla formazione scolastica delle bambine, tanto è vero che a una certa età - che loro ritengono adeguata per il matrimonio - le ragazze vengono tolte dalla scuola per essere inviate ai Paesi d'origine. Ai maschi invece viene concessa molta più libertà", testimonia a ilGiornale.it il sindaco Cisint.

Il radicalismo entra nelle scuole

Quali siano le conseguenze di questo processo di islamizzazione è facile comprenderlo, anche alla luce dei numeri di Monfalcone, doe la percentuale complessiva di stranieri/non italofoni a scuola (dall'infanzia alle medie) ammonta al 64%. Oltre la metà. E in alcune specifiche classi arriva anche al 90%. In un Comune di 27mila abitanti come quello goriziano, questi dati hanno un impatto stravolgente. Per fare un paragone, si pensi che nella grande Milano - dove pure il problema esiste - il 25,5% degli studenti è straniero. "L'incidenza dei numeri fa tanto e crea anche situazioni inconcepibili. In una classe prima, ad esempio, ho saputo che la maestra voleva far disegnare l'immagine di un cane, che tuttavia è considerato un animale impuro dagli islamici. Un bambino musulmano si è opposto. Quindi tutta la classe è stata costretta a evitare quell'esercizio", ci racconta ancora il sindaco, presentando anche un altro episodio emblematico: quello di un'insegnante di scuola media che agli esami di fine anno non aveva potuto identificare una propria alunna, in quanto coperta integralmente dal burqa.

L'allerta terrorismo

In questo contesto i pericoli legati alla radicalizzazione sono concreti. Negli ultimi anni le autorità civiche di Monfalcone hanno salvato quattro bambine di fede islamica sottoposte a violenze e vessazioni nelle loro famiglie, portandole in strutture protette. Sotto osservazione sono in particolare le situazioni in cui l'integralismo diventa un dogmatico e quotidiano stile di vita. A maggior ragione ora, in un momento di rinnovato allarme terrorismo nel quale c'è il rischio che anche singoli individui indottrinati all'esasperazione diventino una minaccia. Mentre nel mondo la tensione è altissima, basta poco a trasformare uno squilibrato in un potenziale terrorista. Peraltro, la storia recente dimostra come certe predicazioni violente tendano a suggestionare proprio quegli stranieri refrattari all'integrazione e convinti che a prevalere debba essere sempre e innanzitutto la legge islamica.

Il provvedimento anti-burqa

A Monfalcone, il sindaco Cisint è pertanto al lavoro su un imminente provvedimento che vieti, almeno nei beni di proprietà del Comune, l'utilizzo del velo integrale. "È innanzitutto una questione di sicurezza", ci spiega, esortando le autorità nazionali a porre l'attenzione di questo tema, offrendo un supporto normativo adeguato. "In altri Paesi europei, anche non governati dal centrodestra, esistono già norme di questo tipo".

Da noi, invece, certe istanze di buon senso finiscono sempre con l'alimentare divisioni, giustificazionismi buonisti e critiche. I benpensanti fanno finta che sia tutto normale, tacciono, nicchiano. E così sull'argomento continua a rimanere un altro pericoloso "velo": quello dell'ipocrisia.

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