La moschea, il muezzin, i rifiuti: un altro rogo nel palazzo occupato di Milano

L'ex hotel Jolly, occupato per lo più da abusivi stranieri, è tornato a prendere fuoco: due i punti di innesco. È il terzo incendio nel palazzo alla periferia di Milano

La moschea, il muezzin, i rifiuti: un altro rogo nel palazzo occupato di Milano

Il nuovo anno non ha cambiato le vecchie criticità di Milano, che continua a essere una città fuori controllo, soprattutto nelle sue periferie. Lo dimostra l'incendio divampato nell'ex hotel Jolly di via Cavezzali, periferia nord-orientale della città nei pressi di via Padova. Le fiamme si sono sollevate attorno alle 5 del mattino, nel palazzo che ormai da tanti anni conosce solo incuria e abbandono da parte delle amministrazioni locali. Non è la prima volta che quel condominio subisce un incendio, l'ultimo solo pochi anni fa, ma nonostante questo ha dominato l'immobilismo di Palazzo Marino.

Da un primo esame effettuato in loco dai vigili dei fuoco, è emerso che le fiamme sono divampate al quarto e all'ottavo piano dell'edificio. Fortunatamente, nessuno degli occupanti ha subito danni e circa 50 persone sono state evacuate. Ma proprio il fatto che l'incendio abbia avuto punti di innesco in due punti così distanti tra loro, fa propendere gli investigatori per un atto doloso. "L’incendio scoppiato nel palazzo che fu l’ex Jolly Hotel di via Cavezzali, scaturito dalle montagne di rifiuti abbandonati dagli inquilini in gran parte extracomunitari e abusivi, dà la cifra esatta di una situazione tornata fuori controllo", dichiarano oggi Silvia Sardone e Samuele Piscina, consiglieri comunali in forza alla Lega di Milano. Come sottolineano i due esponenti di Palazzo Marino, si tratta del terzo incendio dal 1982, tutti scaturiti dall'azione di occupanti irregolari.

Hotel Jolly Milano

"Dopo lo sgombero del 2018, il Comune avrebbe potuto prendere in carico la struttura dal punto di vista sociale. Invece, nulla è stato fatto dal sindaco Sala. Anzi, ci risulta che anche i faldoni delle indagini effettuate dalla polizia locale siano andati nel dimenticatoio", sottolineano ancora i due leghisti. Ma c'è di più, perché Sardone e Piscina già nelle scorse settimane avevano segnalato, grazie alle indicazioni dei residenti in zona, la nascita di una moschea abusiva "proprio all’interno del caseggiato, con tanto di muezzin. Il cortile sembra uno scenario di guerra, da tanto degrado e immondizia accatastata".

L'ultimo sgombero risale ormai a 5 anni fa e la situazione non solo non è mai migliorata ma è perfino degenerata.

"E il Comune che fa? Pensano solo a piazzare una nuova moschea in via Esterle, a cento metri da qui: questa è la considerazione della sinistra per il quartiere multietnico di via Padova. C’è poco da star tranquilli…".

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