Pisa, è morta la psichiatra aggredita dall'ex paziente. Ha donato gli organi

Il decesso della dottoressa Barbara Capovani è avvenuto alle 23.40 di domenica, a conclusione delle procedure di accertamento della morte cerebrale. Autorizzato l'espianto di organi. Per l'aggressore, Gianluca Paul Seung, 35 anni, paziente psichiatrico, l'accusa di omicidio premeditato

Dalla pagina Fb di Eugenio Giani
Dalla pagina Fb di Eugenio Giani

Alle 23.40 di domenica 23 aprile per la dottoressa Barbara Capovani è stata dichiarata la morte cerebrale. Un termine freddo, burocrastico, che sta a significare che non c'era più nulla da fare. La psichiatra di 55 anni, aggredita brutalmente con una spranga venerdì pomeriggio all'uscita dall'ospedale Santa Chiara di Pisa da un ex paziente psichiatrico, è deceduta. Colpita ripetutamente alla testa, le sue condizioni erano apparse subito disperate.

Domenica pomeriggio alle 17.40, dopo la verifica di tutti gli esami clinici e strumentali necessari, la commissione di specialisti ha disposto l'inizio della procedura di accertamento di morte cerebrale, che si è conclusa alle 23.40. Subito dopo, assecondando la volontà espressa dalla dottoressa (e condivisa dai suoi familiari), si è proceduto alla donazione degli organi. L'espianto è stato autorizzato dal magistrato titolare del fascicolo di indagine.

L'agguato mortale di Gianluca Paul Seung, 35 anni, è stato premeditato. Il giorno prima dell’aggressione, infatti, l'uomo era andato a cercare la dottoressa, responsabile del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale, senza però trovarla. Il giorno seguente l’uomo verso le 18 si è ripresentato fuori dall'ospedale, vestito con abiti scuri, il volto coperto da una mascherina, e un cappellino in testa, ha atteso che la donna uscisse, le si è avvicinato e l'ha massacrata, colpendola ripetutamente alla testa, con un bastone o una spranga. La dottoressa è rimasta per terra, esanime, in una pozza di sangue. L'aggressore si è dato alla fuga.

Per gli inquirenti non è stato difficile capire che si trattava di un ex paziente. Sono arrivati a Seung dopo aver ascoltato i colleghi della dottoressa e visionato con estrema attenzione i filmati delle videocamere di sorveglianza. Alle quattro di notte di domenica il blitz della squadra mobile di Pisa, nell’abitazione di Seung a Torre del Lago, in provincia di Lucca. L’uomo si è barricato dentro ed è stato necessario sfondare la porta. Il 35enne ha provato a reagire utilizzando uno spray urticante ma in poco tempo è stato immobilizzato. Nella sua casa i poliziotti hanno trovato una balestra con alcuni dardi e sequestrato indumenti e oggetti tra cui un telefono cellulare e un pc.

Di cosa deve rispondere l'uomo

All’accusa di omicidio si aggiungerà anche l’aggravante della premeditazione, poiché Seung si è vestito e ha indossato una mascherina per non farsi riconoscere, liberandosi degli abiti e dell’arma utilizzata per l’aggressione. L'uomo "nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa", dicono gli investigatori, e la cosa era risaputa visti i numerosi messaggi che postava su Facebook, prendendosela con lei e con molte altre persone, denunciando presunti complotti e attaccando medici (in primis la Capovani), politici e magistrati. Seung si definiva portavoce dell'associazione Adup, Associazione difesa utente psichiatrico, tra i cui obiettivi c’erano anche molti medici, tra cui la Capovani.

Si riaccende il dibattito sulle Rems

La tragedia riapre il dibattito sui problemi connessi alla psichiatria sociale e la gestione delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Dolore in tutta la Toscana

"Riposa in pace Barbara, che la terra ti sia lieve", scrive su Facebook il presidente della Regione, Eugenio Giani. "Tutti abbiamo pregato e sperato che la dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti", prosegue Giani, "ma la dottoressa Capovani era anche una moglie e una mamma, ci stringiamo in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite. Un abbraccio anche ai suoi colleghi e amici.

Non ci resta che augurare buon lavoro alla magistratura perchè possa essere assicurato alla giustizia l’infame assassino".

Due minuti di silenzio in tutta Italia

Oggi 24 aprile, alle ore 12.00, tutti gli operatori dei Dipartimenti di Salute mentale in Italia osserveranno due minuti di silenzio, interrompendo le attività clinico-assistenziali, in ricordo di Barbara Capovani.

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