"Io vittima dei vandali a due passi dal Duomo. Il mio chiosco preso d'assalto"

L'intervista a Hossain Jani, titolare di un chiosco vicino a piazza Duomo a Milano che ha raccontato che quasi ogni giorno ci sono malviventi che tentato di rubargli la merce o gli spaccano le vetrine

"Io vittima dei vandali a due passi dal Duomo. Il mio chiosco preso d'assalto"

Hossain Jani, originario del Bangladesh, è titolare del chiosco di Piazza Mercanti, a pochi passi dal Duomo di Milano. Nel suo esercizio commerciale vende ricordi del capoluogo lombardo, maglie delle squadre calcistiche e altri oggetti italiani che tanto piacciono agli stranieri che visitano il nostro Paese. Hossain è però stanco di dover stare sempre in allerta cercando di difendere la sua merce, spesso oggetto dei ladri. Ma non sono solo i furti a fargli paura.

Ha tutte le vetrine del suo chiosco infrante. Cos’è successo?

"Più volte a settimana arrivano gruppi di sbandati e spaccano i vetri a sassate, alcuni cercano anche di rubare, altri lo fanno solo per farsi vedere, darsi un tono. Questo -dice indicando un vetro- l’ha spaccato un ragazzo che faceva parte di un gruppo di egiziani. Quando mi sono avvicinato quello stesso ragazzo ha tirato fuori un coltello e mi ha minacciato. In quel momento è passata una pattuglia della polizia che io ho fermato e lui intanto è scappato di corsa ma alla fine è riuscito a non farsi prendere dagli agenti. Poi mi sono recato a sporgere denuncia che non servirà comunque a niente. Anche se dovessero riuscire a prenderlo poco dopo sarebbe ancora fuori, ci vorrebbe una legge più dura".

Quando ha spaccato la vetrina voi eravate regolarmente aperti?

"Sì esatto, infatti adesso tengo giù le saracinesche posteriori anche se sono qui. Me le hanno rotte tutte. E non è certo un danno da poco se si pensa quanto costa cambiare un vetro di queste dimensioni".

Non ha cercato di rubare nulla in questo caso?

"No, niente, solo un atto vandalico, per farsi bello agli occhi dei suoi amici. Erano circa una quindicina di giovani con la musica a palla. Fanno quello che vogliono, senza paura né regole. Inoltre danno fastidio anche ai turisti. La cosa brutta è che i turisti vengono a Milano perché è una città bellissima e vedono questa gente che distrugge tutto quello che incontra. Questo è un vero peccato per Milano, non è certo una bella pubblicità".

Da quanti anni lavora in Piazza dei Mercanti?

"Da due anni circa. Lavoro con mio padre e un aiutante, siamo in tre. Ho una moglie e un figlio piccolo da mantenere. Ma così si lavora e si vive male. A volte devo scegliere se seguire i clienti che vogliono comprare oppure chi sta cercando di rubarmi la merce. L’altro ieri in tre hanno controllato il mio aiutante che era qui da solo. Due lo hanno avvicinato chiedendogli dei prezzi e il terzo ne ha approfittato per scappare con una maglietta da 30 euro".

C’è un momento in cui la situazione è meno controllabile?

"Il sabato e la domenica quando c’è più gente. Magari ci sono tanti turisti che guardano le sciarpe, i vari oggetti e in mezzo a loro si nascondono anche i ladri. Quando è bella stagione quasi tutti i giorni rischi di essere derubato. Ogni volta vado a chiamare la polizia che arriva subito ma non può fare più di tanto".

Che orario di lavoro fate?

"Siamo aperti tutti i giorni dalle 10 del mattino alle 21 ed è soprattutto la sera il momento peggiore. Spesso a fare danni sono nordafricani, alcuni ubriachi, altri no".

Voi pagate l’affitto al Comune?

"Sì certo. Ma il problema non è l’affitto più o meno caro, il problema è che uno magari guadagna anche due euro ma vuole vivere in pace. Qui no, sono sempre agitato. Non è vita questa, non è lavorare bene. Se pago voglio anche che ci sia sicurezza. Qui in piazza c’è spesso una camionetta della polizia, e finché ci sono gli agenti sembra tutto tranquillo. Appena si allontanano inizia di tutto e di più.

Li controllano e quando vedono che i poliziotti vanno a fare servizio da altre parti i malviventi sbucano fuori e comincia il cinema. Io spero che la situazione cambi, perché così è invivibile, sia per i turisti che per noi che cerchiamo di lavorare".

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