Cristina travolta dallo yacht mentre era sul kayak. L'indagato: "Non mi sono accorto di lei"

L'avvocato Guido Furgiuele, figlio del proprietario del cabinato di 18 metri, è stato sentito dagli inquirenti: "Non mi sono accorto di aver investito nessuno, ho prestato soccorso in acqua a un ragazzo"

Cristina travolta dallo yacht mentre era sul kayak. L'indagato: "Non mi sono accorto di lei"
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C'è una svolta nelle indagini relative all'incidente nautico avvenuto a largo di Posillipo (Napoli) domenica pomeriggio in cui ha perso la vita Cristina Frazzica, una biologa di 30 anni. Stando a quanto apprende il Corriere della Sera, nel registro degli indagati per omicidio colposo e omissione di soccorso ci sarebbe già un nome. Si tratta dell'avvocato 50enne Guido Furgiuele, figlio di un noto penalista partenopeo. L'uomo era alla guida del cabinato di 18 metri intervenuto in soccorso del 33enne che si trovava sul canoa con la vittima, per fortuna rimasto illeso.

"Non mi sono accorto di nulla"

Sentito dagli inquirenti, Furgiuele ha detto di non essersi accorto di nulla. "Non mi sono accorto di aver investito nessuno, ho prestato soccorso a un ragazzo in acqua", sarebbero state le parole dell'indagato. In buona sostanza, non ha né escluso né ammesso di aver provocato la collisione con il Kayak. Inoltre il 50enne ha precisato anche di essere intervenuto perché aveva notato la presenza di una persona in acqua che chiedeva di aiuto. Alla luce delle dichiarazioni rese, non è ancora chiaro se all'uomo sarà contestata anche l'omissione di soccorso.

L'imbarcazione sequestrata

Quanto ai risvolti investigativi, sono state decisive le immagini estrapolate dalle telecamere di sorveglianza di Villa Rosebery, la residenza estiva del Presidente della Repubblica, che si affaccia proprio sullo specchio dove è avvenuto l'incidente. Grazie ai filmati, gli investigatori sono riusciti a individuare l'imbarcazione verosimilmente coinvolta nella collisione, ovvero il cabinato di 18 metri di proprietà del papà di Furgiuele. Ad ogni modo, occorre precisare che al momento non sarebbero stati rilevati eventuali segni di impatto né sul natante incriminato né sugli altri due scafi sequestrati dalla Guardia Costiera ieri mattina.

La dinamica dell'incidente

Per definire la dinamica dell'incidente, invece, saranno fondamentali le perizie tecniche. Da un prima ricostruzione, risulta che il Kajak si trovasse a una distanza compresa tra i duecento e i trecento metri dalla riva. Un'imbarcazione è arrivata a gran velocità e ha travolto la canoa. Sta di fatto che bisognerà accertare anche se chi era al timone del natante si era accorto dell'impatto oppure no.

Vincenzo Carmine Leone, il 33enne che era assieme a Cristina Frazzica, ha parlato di uno "yatch dalle sponde molte alte, tanto da non riuscire a vedere chi era al comando". Poi ha aggiunto: "Non ci ha visti, abbiamo urlato, poi mi sono buttato in mare".

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