"Dimmi come sta mio padre". E lo straniero strangola la dottoressa: scarcerato

Un trentaquattrenne straniero ha tentato di strangolare una dottoressa dell'ospedale di Vicenza, rea di non avergli fornito informazioni precise sulle condizioni del padre. Arrestato dai carabinieri, è tornato in libertà nelle scorse ore e ha promesso di risarcire l'aggredita

Il sit in di protesta andato in scena ieri
Il sit in di protesta andato in scena ieri

Pretendeva di avere subito informazioni sullo stato di salute del padre, ricoverato presso la struttura ospedaliera. Ed in un impeto d'ira, non avrebbe esitato ad aggredire una giovane dottoressa, tentando di strangolarla. Protagonista della vicenda che arriva dal Veneto è un cittadino straniero di 34 anni, arrestato per lesioni ed interruzione di pubblico servizio due giorni fa e rilasciato peraltro nelle scorse ore.

L'episodio sarebbe avvenuto a Vicenza, all'interno dell'Ospedale di San Bortolo. Stando a quanto riportato dai media locali, il trentaquattrenne non aveva notizie del padre da circa trenta ore: sapeva che era stato visitato dal personale del nosocomio, ma non se e quando sarebbe stato dimesso. Si sarebbe quindi rivolto ad una dottoressa di 26 anni, chiedendole ulteriori dettagli.

Info che quest'ultima non poteva evidentemente fornirgli in maniera esatta, visto che il paziente risultava ancora sotto osservazione e lo staff medico ne stava monitorando le condizioni in modo da valutare il da farsi. Una risposta pacata, che l'extracomunitario non avrebbe tuttavia gradito. E dopo aver insultato la ragazza, le si sarebbe scagliato addosso, mettendole le mani al collo. Il peggio è stato evitato solo grazie all'intervento tempestivo dei presenti, che hanno allontanato l'aggressore.

Nonostante l'intervento tempestivo, l'aggredita era svenuta per la mancanza di ossigeno, rimediando dieci giorni di prognosi. Sul posto sono successivamente intervenuti i carabinieri, che lo hanno rintracciato e condotto in caserma. L'avvenimento ha avuto ampia risonanza in città: ieri i sanitari hanno organizzato tramite Obiettivo Ippocrate (un'associazione di categoria locale) un sit-in proprio davanti all'ospedale, in segno di protesta e di solidarietà. L'autore dell'aggressione, dopo una notte trascorsa in camera di sicurezza, è intanto tornato in libertà: in lacrime davanti al giudice per la convalida del fermo, lo straniero ha spiegato di aver perso la testa, in quel frangente. Si sarebbe scusato e detto disponibile a corrispondere alla dottoressa un risarcimento in denaro.

Ma l'accaduto ha indotto la direzione ospedaliera ad una riflessione amara. "È sconcertante pensare che solo tre anni fa gli operatori sanitari venivano definiti eroi, con tanto di striscioni alle finestre - il pensiero della direttrice generale dell'Azienda Ulss 8 Berica, riportato dal Corriere del Veneto - e oggi ci troviamo ad organizzare, in collaborazione con la Regione Veneto, corsi di formazione nei reparti ospedalieri per insegnare al personale a riconoscere le situazioni potenzialmente a rischio e attuare tecniche di contenimento e di autodifesa nei casi più gravi.

In un momento di generale difficoltà a reperire personale sanitario, questo atteggiamento rappresenta un ulteriore ostacolo, perché crea disaffezione verso il posto di lavoro nella sanità pubblica, con un conseguente grave danno per tutta la collettività".

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