!["Un gioco erotico finito male". Così Pablo Gonzalez ha ucciso Nataly](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/06/1738820738-475803765-628431859557692-1646650784847899559-n.jpg?_=1738942481)
Più che la confessione di un omicidio, una vera e propria liberazione. «Eravamo in casa. Non saprei dire come sono arrivato a metterle le mani al collo, ma non volevo ucciderla. È successo tutto accidentalmente, al culmine di un gioco erotico. Poi mi sono fatto prendere dal panico, ho dovuto nascondere il cadavere, portarlo via, non riuscivo più a trovarmelo davanti, ma non l’ho fatto a pezzi».
Ieri pomeriggio nel carcere di San Vittore, per oltre due ore e mezza e in una versione dei fatti ancora tutta da verificare, ha ricostruito davanti al gip della procura di Milano Anna Calabi il crimine che ha commesso nella notte tra il 24 e il 25 gennaio scorso all’interno del monolocale di piazza dei Daini, alla Bicocca, periferia nord ovest di Milano, a due passi dal teatro degli Arcimboldi e dall’Università Bicocca. Così l’operaio salvadoregno Pablo Heriberto Gonzalez Rivas, 48 anni, fermato venerdì con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e di occultamento di cadavere, ha ammesso l’omicidio della compagna, la connazionale Jhoanna Nataly Quintanilla Valle che conviveva con lui da sei anni. Le ultime notizie della baby sitter 40enne risalgono proprio a venerdì 24 gennaio. Da allora la donna sembrava scomparsa nel nulla e il suo telefonino risultava sempre spento. Il convivente però aveva atteso qualche giorno prima di denunciarne la scomparsa ai carabinieri della stazione Greco Milanese. Fermato venerdì pomeriggio in Procura dall’aggiunto Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, l’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri pomeriggio, dopo essersi consultato con il suo legale, l’avvocato Paola Selleri, il 48enne ha però finalmente deciso di dire la verità. E così adesso continua la ricerca del cadavere della donna. Durante l’interrogatorio di garanzia infatti Gonzalez Rivas non avrebbe fornito indicazioni precise sul luogo dove ha abbandonato il cadavere. «Non sa dire neanche in quale comune si trovano i resti della compagna, stiamo cercando nell’area tra Cassano d’Adda e Treviglio», quindi al confine tra la provincia di Milano e quella di Bergamo, come spiegano i detective dell’Arma.
Mentre la gip deciderà oggi se convalidare il fermo e se disporre la custodia cautelare in carcere, dalla ricostruzione effettuata finora dai carabinieri della squadra Omicidi del Nucleo investigativo guidati dal colonnello Antonio Coppola del comando provinciale dell’Arma e com’è scritto nelle carte del fermo, appare sempre più chiaro e fondamentale il ruolo giocato in questa inchiesta ancora una volta dall’esame dei fotogrammi delle telecamere di sorveglianza, in particolare quelle all’interno dei box dello stabile dove abita la coppia.
Il 48enne si sarebbe quindi disfatto del cadavere della compagna mettendolo in un voluminoso borsone da palestra con le ruote e poi trascinandolo faticosamente dal monolocale fino a bordo della sua auto, una Fiat Punto. Sono le 2.45 di sabato 25 gennaio, quindi Jhoanna sarebbe stata uccisa proprio la notte stessa in cui viene collocata la sua ormai fantomatica sparizione. E mentre la baby sitter non viene più notata uscire sin dalle 18.50 circa del giorno prima, esattamente ventiquattrore dopo il suo uomo è immortalato mentre sale in auto e si allontana da casa. Da lì anche il sistema di controllo nazionale delle targhe conferma i passaggi della vettura nei comuni milanesi di Bresso, Gessate, Inzago e Cassano d’Adda, quindi il ritorno a casa alle 20.40. Determinanti in questa fase dell’inchiesta anche le rilevazioni tecniche con l’analisi dei tabulati telefonici che segnalano, ad esempio, il definitivo spegnimento del telefono di Jhoanna alle 4.40 del 25 gennaio.
«A insospettirci in questi giorni è stato anche il cambiamento di Gonzalez Rivas - sottolineano gli inquirenti ancora una volta nel
fermo dell’uomo - che mentre in sede di denuncia aveva parlato di Jhoanna come della sua convivente, poi aveva finito per riferirsi a lei “(...) come una mera coinquilina che si era allontanata la settimana prima“».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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