
"Una serie di catastrofici errori di ingenuità collassarono su me e Amanda, ma io avevo la coscienza pulita". Lo racconta Raffaele Sollecito intervenendo in qualità di ospite nel nuovo episodio di Pulp Podcast, il format di Fedez e Mr. Marra. Nel corso della puntata, online su YouTube a partire dalle ore 14 del 26 maggio, i due conduttori hanno ripercorso la drammatica vicenda dell'omicidio di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2007, avvalendosi anche del prezioso contributo dell'avvocato Francesca Florio.
I giorni dell'arresto
Per il delitto è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere Rudy Guede (il reato ascritto al giovane di origini ivoriane fu di omicidio in concorso con ignoti). Gli altri due imputati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, dopo la condanna in primo grado, furono assolti in appello e poi in via definitiva dalla Cassazione nel 2015. Sollecito, che in prima battuta venne ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti, fu arrestato con l'ipotesi di reato per omicidio la notte del 6 novembre 2007: "Fu no dei giorni più tristi della mia vita. Avrei dovuto consegnare il giorno dopo la mia tesi di laurea, e non mi aspettavo nulla di quello che accade dopo, nessuno tipo di accusa. Avevo semplicemente fatto quello che ritenevo di dover fare, la mia coscienza era pulita", ricorda il 41enne originario di Giovinazzo. Poi aggiunge: "Come puoi immaginare che, durante l’università, una ragazza che conosci da sole due settimane abbia una coinquilina che viene uccisa? Era una situazione surreale".
L'ipotesi del "gioco erotico"
All'inizio gli inquirenti ipotizzarono che Meredith fosse stata uccisa al culmine di un presunto gioco erotico che avrebbe coinvolto i tre imputati dell'epoca: "Di fatto la scena del crimine diceva che c’era stata una violenza sessuale. - spiega Sollecito - C’erano tracce di sperma sul cuscino che non sono state mai analizzate, gli inquirenti ritennero che fossero 'vecchie' e non le analizzarono. Se lo avessero fatto, io sarei stato fuori e il caso si sarebbe chiuso". E ancora: "Siamo stati travolti dai media. Una serie di catastrofici errori di ingenuità sono collassati contro di noi. Amanda aveva alti e bassi: ogni volta che realizzava che la sua compagna di camera era stata uccisa piangeva".
Il rapporto con Amanda Knox
Al tempo Amanda Knox e Raffaele Sollecito intrattenevano una relazione: "Ci frequentavamo da due settimane", puntualizza il 41enne. Dopo l'assoluzione, le loro strade si divisero, ma "i rapporti sono rimasti cordiali e pacifici". Poi Sollecito rivela: "Lei spesso dice 'se non fosse stato per te, a quest'ora sarei morta'. Ma io ho fatto quello che sentivo perché era tutto assurdo, anche solo il fatto di essere indagato, visto che non sono mai entrato in quella stanza (si riferisce alla camera in cui venne trovato il corpo senza vita di Meredith ndr)".
Dall'assoluzione ai sogni futuri
Raffaele Sollecito venne assolto in via definitiva dalla Cassazione nel 2015: "Ho vissuto i primi giorni di libertà con grande depressione, per me era difficile anche andare al supermercato perché c’era la gente che mi fissava. Mi sentivo molto solo, ma per fortuna ho avuto la mia famiglia e miei amici che mi sono stati accanto". Poi prosegue: "Ho cominciato a coltivare il mio sogno, mi sono dedicato ad ampliare il mio curriculum da ingegnere informatico. In quel modo sono riuscito a svincolarmi dal passato e concentrarmi sul futuro".
Oggi il 41enne è diventato un affermato e apprezzato esperto informatico e guarda al futuro con ottimismo: "Mi sono riappropriato della mia vita dal punto di vista professionale. - conclude -Molti mi vedono ancora attraverso l’immagine di quel ragazzo che è venuta fuori media dell'epoca, ma poi mi conoscono e cambiano idea".