Giampiero Gualandi, il vigile che ieri pomeriggio ha sparato e ucciso la collega Sofia Stefani negli uffici del Comando Provinciale di Anzola dell'Emilia, in passato aveva avuto alcuni guai giudiziari. Nel 2015 l'agente era stato denunciato per diffamazione nei confronti del sindaco Giampiero Veronesi e, successivamente, rinviato a giudizio con l'ipotesi di reato per abuso d'ufficio in merito a un'altra vicenda.
Chi è Giampiero Gualandi
Classe 1961, sposato, con due figli e una laurea in giurisprudenza, Gualandi fa parte del corpo della polizia locale (ex vigili urbani) dal 1993. Ha svolto diversi incarichi in provincia di Bologna per poi approdare, negli anni 2000, alla polizia municipale di Anzola dell'Emilia e subentrare al posto dell'allora comandante in carica Mauro Querzè. Quest'ultimo, ritenendo di essere stato estromesso dalla sua mansione, fece causa al Comune per mobbing e ricevette un indennizzo. Inoltre il Comune fu costretto a dare a Guerzè un incarico di uguale qualifica.
L'incarico di comandante
Stando a quanto riporta Il Giorno, successivamente Gualandi fu trasferito nel presidio della polizia municipale di San Persiceto come comandante. Il suo compito fu quello di traghettare l'allora struttura organizzativa verso l'Unione dei Comuni delle Terre d'Acqua, il progetto a cui aderirono i comuni di Calderara di Reno, San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Sala Bolognese, Sant'Agata Bolognese. "Vorrei creare – disse all'epoca Gualandi –un clima organizzativo tale che i miei collaboratori possano essere soddisfatti e orgogliosi del lavoro che svolgono ogni giorno. L’obiettivo è quello di creare un gruppo di persone motivate che affrontino assieme ogni problema, con serenità e disponibilità". Successivamente fu spostato a Crevalcore per poi ritornare ad Anzola nel 2020.
La denuncia per diffamazione e gli altri guai giudiziari
Nel 2015 fu accusato di aver diffamato su Facebook il sindaco di Anzola dell'Emilia, Giampiero Veronesi, utilizzando tre profili falsi. Sulla pagina del primo cittadino comparirono alcuni messaggi volti a screditarlo. Dalle indagini della polizia postale risultò che i commenti erano riconducibili unicamente all'account di Gualandi che, quindi, fu rinviato a giudizio per diffamazione aggravata, sostituzione di persona e continuazione del reato.
In seguito il vigile fu prosciolto dall'accusa di falso ideologico. Successivamente Gualandi è stato rinviato a giudidizio per abuso d'ufficio: assieme ad altri due colleghi, avrebbe favorito una società di Sant'Arcangelo di Romagna prorogando la gestione informatica dei verbali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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