Gli ultimi momenti di vita di Panaiia

L'amico Manuel Friscia ha raccontato per la prima cosa è successo nella sera in cui Gino Panaiia è sparito

Gli ultimi momenti di vita di Panaiia
00:00 00:00

Come disposto dalla Procura di Pavia, nei prossimi giorni è prevista l’autopsia sul corpo del 25enne milanese Gino Panaiia, trovato cadavere da un pescatore giovedì pomeriggio nelle acque del Naviglio Pavese a Casarile, al confine tra le province di Milano e Pavia. La prima ispezione del medico legale sul giovane scomparso da Zibido San Giacomo la notte di Halloween dopo una serata trascorsa con la fidanzata e gli amici in un bistrot del posto, non ha rilevato evidenti segni di violenza: nessun trauma palese, nessuna ferita e tanto meno fori di proiettile. Per questo motivo gli investigatori pare si stiano allontanando sempre più dalla pista dell’aggressione letale che aveva preso corpo nei giorni scorsi.

Le ipotesi degli investigatori

L’ipotesi più verosimile per i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso guidati dal capitano Francesco Lionello sembra essere quella dell’incidente: Panaiia - per motivi ancora poco chiari - potrebbe essere caduto nel Naviglio dove poi si sarebbe sentito male senza più riuscire a tornare a riva. Tra il luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere e il campo dove domenica erano stati trovati il suo Piaggio Liberty 125 e il casco ci sarebbero circa cinque chilometri. Cinquecento metri in meno, invece dal luogo in cui è stata trovata la scarpa (una sola) e il giubbotto. Proprio questi ultimi erano nei pressi della cascina Casiglio dove, durante le ricerche di Gino, i militari dell’Arma si sono imbattuti in un borsone contenente circa 20 chili di eroina, un «carico» del valore di circa 400mila euro. Tra la scomparsa del 25enne e il ritrovamento degli stupefacenti però al momento pare esserci solo un occasionale nesso temporale.

Il racconto dell'amico Manuel Friscia

Intanto giovedì sera, dopo il ritrovamento del cadavere, Manuel Friscia, amico di Gino, ha descritto per la prima volta e in esclusiva ai microfoni del giornalista Riccardo Barlacchi di Telelombardia, durante la trasmissione "Iceberg Lombardia", la sua versione dei fatti, a partire dalla sera nel bistrot di Zibido San Giacomo: "Ci stavamo divertendo, stavamo festeggiando Halloween tutti insieme, ridendo e scherzando. A un certo punto, a fine serata, Gino,davvero molto ubriaco, ha perso la testa - ha raccontato Manuel -. Si è arrabbiato perché gli stavamo togliendo le chiavi dello scooter per non fargliela usare in quelle condizioni. Ha iniziato a tirare pugni ai passi carrai, ha dato di matto... Come faceva lui di solito quando beveva. Il proprietario del locale è uscito e gli ha tirato due schiaffi per tranquillizzarlo. Io, per tenere fermo il proprietario, per non fargli alzare le mani, ho perso le chiavi dello scooter. Gino le ha afferrate ed è andato via sul suo Piaggio Liberty 125. È stata l’ultima volta che l’abbiamo visto".

"Se io e la fidanzata di Gino nascondiamo qualcosa? - ha concluso l’amico del povero Gino -. Ci può stare crederci. L’avrei pensato anch’io, se fossi stato nei parenti. Io riconfermo e dico che non so niente, non sappiamo niente più di quanto non è già stato detto".

Il riferimento del ragazzo è a quanto dichiarato dalla sorella di Gino, Anna, nel corso della puntata di «Chi l’ha visto?» andata in onda mercoledì 6 novembre, ovvero la sera prima del ritrovamento del cadavere.

«Non ci convince il racconto di nessuno - ha spiegato al microfono dell’inviato di Rai3 la ragazza dopo aver ascoltato anche le testimonianze degli amici del fratello -. Non capisco perché nessuno quella sera abbia fermato mio fratello, viste le sue condizioni».

Ma probabilmente la semplice verità è che, pur tentando, nessuno ci è riuscito.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica