"Michelle mi ha minacciato con una pistola finta". È quanto avrebbe detto agli investigatori Oliver D.S., il 17enne arrestato per l'omicidio di Primavalle, dopo che i carabinieri hanno trovato un'arma giocattolo all'interno dell'appartamento di via Giuseppe Dusmet, dove si è consumato il delitto. Una versione che, però, non convince fino in fondo chi indaga sul caso. Così come non è ancora chiaro il movente: oltre all'ipotesi del debito per droga, si valutano anche piste alternative. Al riguardo, l'edizione romana di Repubblica racconta di un precedente relativo a presunti ricatti che il giovane avrebbe indirizzato ad alcune coetanee sui social. "Si spera che dai telefonini si possa ricostruire come sono andate veramente le cose. Anche capire se il ragazzo ha agito da solo o in presenza di altre persone e, vista la struttura della ragazza e il trasporto del cadavere nel carrello, qualcosa a nostro parere non torna", ha dichiarato il legale di Gianluca Causo, l'avvocato Antonio Nebuloso, all'uscita dalla chiesa di Torrevecchia, dove ieri si sono tenuti i funerali di Michelle.
La versione del killer: "La pistola era di Michelle"
Ieri mattina, mentre a Torrevecchia si celebravano le esequie della studentessa, i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo all'interno dell'appartamento in cui Oliver viveva con la madre fino a poco prima dell'arresto. Durante l'ispezione è stata trovata una pistola giocattolo, a quanto pare, identica all'originale. "La pistola era di Michelle. - ha detto il 17enne - Mi ha minacciato dicendo che l'avrebbe usata". A quel punto, lui avrebbe reagito colpendo la ragazza con un coltello a serramanico. Per ora non ci sono riscontri alla versione fornita dall'indagato, motivo per cui gli inquirenti hanno disposto accertamenti dattiloscopici sull'arma finta.
I precedenti di Oliver
Oltre a una denuncia per aver minacciato alcuni coetani con un coltellino, dal passato di Oliver spunta un nuovo precedente. Nel 2021, l'allora 15enne avrebbe hackerato il profilo Instagram di una ragazza promettendo di restituirglielo solo se gli avesse inviato una sua foto in déshabillé. Una circostanza, anche questa, che sarà approfondita nei prossimi giorni in prospettiva di una pista alternativa al presunto debito per droga contratto con Michelle.
Il legale della famiglia: "Non ha fatto da solo"
Gli inquirenti escludono l'ipotesi che il killer possa aver avuto dei complici. Di tutt'altro avviso sono, invece, i genitori della ragazza. "Riteniamo che possa essere un'ipotesi plausibile quella secondo cui il 17enne non abbia agito da solo.
- ha spiegato l'avvocato Antonio Nebuloso, che assiste i familiari di Michelle - Dal fatto in sé, un omicidio tanto efferato con più di sei coltellate, a tutto ciò che è stato fatto dopo, dal carrello della spesa al trasporto del corpo dal secondo piano". "Abbiamo dei forti dubbi. - ha concluso il legale - Ma le indagini li chiariranno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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