"Abbiamo fatto solo del bene". Il delirio dei complici nella strage di Palermo

Kevin Barreca, il maggiore dei due minori assassinati nella villetta di Altavilla Milicia, avrebbe raccontato a un compagno di scuola che il fratellino parlava di "presenze di diavoli in casa"

"Abbiamo fatto solo del bene". Il delirio dei complici nella strage di Palermo
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Si fa sempre più definita l'ipotesi che dietro il massacro di Altavilla Milicia possa essere l'ombra di una setta satanica di cui Giovanni Barreca era membro insieme a Sabrina Fina e Massimo Caradente, che secondo gli investigatori sono complici del reo confesso. Non solo lo avrebbero convinto a uccidere i familiari ma avrebbero anche avuto un ruolo attivo nell'azione criminale. Stando ad alcune indiscrezioni, la coppia avrebbe detto agli investigatori: "Abbiamo fatto solo del bene". Ma queste parole sarebbero state subito smentite dal loro avvocato, secondo il quale non sarebbero nemmeno stati interrogati: "Sono confusi e si professano innocenti".

C'è una parola che aleggia tra qui inquirenti per descrivere il massacro compiuto nella villetta in provincia di Palermo: "Tortura". Pare, infatti, che i tre, ossessionati e fanatici religiosi, abbiano seviziato i due fratelli, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5. Sulla loro mamma, Antonella Salamone, ancora non ci sono certezze, il suo corpo è stato dato alle fiamme e sono pochi i resti che sono nelle disponibilità del medico legale. Ma sui due ragazzini ci sono prove che siano stati torturati per ore prima di essere uccisi per strangolamento, durante quello che viene considerato come un "esorcismo". Il più grande dei due è stato trovato legato sul pavimento, pare incaprettato. La prima a essere uccisa è stata Salamone, poi la stessa sorte è toccata ai due ragazzi. Solo la figlia grande di Barreca è stata risparmiata dalla mattanza, probabilmente perché, come dicono molti, era la prediletta del padre.

Nonostante lo choc di quanto vissuto e il probabile ingerimento di sostanze stupefacenti, la 17enne è stata fondamentale per ricostruire pezzi della strage, dando anche indicazioni sulla coppia di amici. Barreca avrebbe incontrato Fina e Caradente durante gli incontri della chiesa evangelica ma i tre si sarebbero poi staccati da quella comunità per creare un gruppo di preghiera autonomo. Convinto fossero degli esorcisti, Barreca si sarebbe rivolto a loro per "scacciare il diavolo" dalla sua famiglia. Ma mentre l'avvocato della coppia sostiene che i tre si conoscessero appena, il fratello di Salamone fornisce una versione completamente diversa: "Mia sorella ci disse che Sabrina e il compagno erano entrati nella loro famiglia. Dicevano che i demoni erano dentro mia sorella e mio nipote e che praticamente dovevano essere bruciati e sepolti". Così ha raccontato Calogero Salamone al Corriere della sera, sostenendo che quelle parole ai loro occhi apparivano solo come "un modo di dire e comunque cercavamo di convincerla a mandare via quelle persone".

Avrebbero convinto Barreca a tenerli in casa per "togliere gli spiriti" e questa versione viene confermata anche da un amico di Kevin, il 16enne, che aveva raccontato qualcosa a un suo caro amico, un compagno di scuola del liceo artistico di Bagheria, ch frequentava anche sua sorella. "Mi mandò un messaggio dicendomi che il fratellino gli aveva raccontato di presenze di diavoli in casa. Demoni che avrebbero ucciso e distrutto la loro famiglia. Mi aveva anche detto che erano entrate in casa due persone che, se non sbaglio, venivano chiamate fratelli di Dio", ha raccontato l'amico del ragazzo. E "fratelli di Dio" non è escluso fosse il nome della setta o, comunque, del gruppo religioso al quale appartengono i tre.

Alla fine di questa settimana verrà eseguita l'autopsia sul corpo di Kevin e del fratellino di 5 anni per porre dei punti fermi sulla dinamica di questa strage e cercare eventuali indizi di corresponsabilità nell'esecuzione degli omicidi. "I miei assistiti gridano la loro innocenza, sono distrutti e provati", sono le parole dell'avvocato di Fina e Caradente. Ma gli investigatori hanno un quadro molto diverso.

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