Sono rimasto senza fiato, e non per un'improvvisa crisi da Covid: per il documentario in cui Papa Francesco afferma di essere favorevole alle unioni civili per le coppie omosessuali. «Mi sono battuto per questo», insiste nella pellicola del regista russo Afineevsky, proiettata ieri alla Festa del Cinema di Roma. Sono rimasto senza fiato come se mi avessero dato un pugno nello stomaco. Non che da Bergoglio mi aspettassi qualcosa di cattolico, dopo l'enciclica panteista Laudato si', dopo il documento indifferentista di Abu Dhabi e soprattutto dopo la recentissima Fratelli tutti in cui (vada a leggersi il punto 3 chi non lo crede possibile) si chiede ai cristiani di sottomettersi all'islam. Però immaginavo che per un po' lasciasse in pace noi poveri credenti sballottati, se non altro per una questione di opportunità: un momento così angoscioso non è il migliore per suscitare nuovi scandali, nuove polemiche. Vane speranze: mentre il virus accelera la sua marcia planetaria di morte e di miseria, il capo della Chiesa universale anziché invocare la salvezza celeste benedice l'amore maledetto dal Dio della Bibbia. Perché questo è il punto: «Il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco». La condanna della pratica omosessuale è nel libro della Genesi, al principio dell'umanità e della fede, e si ripete costantemente nel Nuovo come nell'Antico Testamento, con accenti durissimi nel Levitico e nelle Lettere. San Pietro, sul cui soglio Bergoglio è seduto, scrive che Dio incenerì Sodoma per dare «un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente». Altro che diritto a farsi una famiglia!
Adesso Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, invece di accusare me di farneticare dovrebbe accusare San Pietro, e San Paolo, e poi Sant'Agostino, san Pier Damiani, san Bonaventura e tutti gli altri Santi che oggi verrebbero tacciati di omofobia e che infatti un clero tremebondo o apostata evita accuratamente di citare. Dovrebbe accusare nientemeno che Gesù Cristo, il quale perdonò l'adultera ma condannò l'adulterio e dunque l'eros non matrimoniale: «D'ora in poi non peccare più». Insomma Avvenire, Osservatore Romano, Civiltà Cattolica dovrebbero uscire allo scoperto e dirci che per loro la Bibbia è obsoleta, che il Vangelo è obsoleto, che il Decalogo va aggiornato mettendo al posto del «Non fornicare» il «Chi sono io per giudicare?». Se succedesse rimarrei senza fiato un'altra volta, ma almeno si sarebbe fatta chiarezza. Dubito succeda (il gesuitismo vive di ambiguità) e mentre continuo a disperarmi per questo ennesimo episodio di autodemolizione del cristianesimo mi cade l'occhio sull'allarmata dichiarazione di Blangiardo, presidente Istat: «Sono sette anni che ogni anno in Italia si realizza il record della più bassa natalità di sempre.
E già a dicembre avremo un effetto Covid sulla natalità derivante dalla paura causata dalla pandemia». Se i preti non dicono più «crescete e moltiplicatevi», lo dicono i demografi: ad andare d'accordo col Dio della Genesi ci sono rimasti solo loro.
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