Richiedente asilo senza biglietto stende controllore del bus con un pugno

Nella peggiore delle ipotesi se la sarebbe cavata con una multa e un verbale da poche decine di euro. Che bisogno c’era, dunque, di spintonare e prendere a pugni il controllore dell’autobus?

Richiedente asilo senza biglietto stende controllore del bus con un pugno

Nella peggiore delle ipotesi se la sarebbe cavata con una multa e un verbale da poche decine di euro. Che bisogno c’era, dunque, di spintonare e prendere a pugni il controllore dell’autobus? Bisognerebbe domandarlo a un richiedente asilo nigeriano, di 24 anni, che stamattina, a Caramagna di Imperia, ha aggredito con un pugno in faccia un ispettore della Riviera Trasporti, l’ente del trasporto pubblico locale, alla richiesta del titolo di viaggio. E dire che il biglietto lo aveva pure, ma non era timbrato.

Un espediente usato da molti quello di acquistare un biglietto e tentare la fortuna: se il controllore non passa, è valido anche per la corsa successiva; altrimenti ci si piazza vicino alla macchina obliteratrice e quando lo si vede salire, è un attimo timbrarlo. In questo caso, qualcosa è andata storta. Il nigeriano viene colto alla sprovvista e sentendosi ormai perso, si fa largo spintonando e picchiando il controllore.

A quel punto, però, prima di scappare, corre verso l’obliteratrice e timbra il biglietto, in modo da mostrare di essere regolare a un eventuale controllo della polizia, che lo catturerà poco dopo, portandolo in caserma per essere denunciato; non arrestato per via della trascorsa flagranza del reato.

"E' assurdo che una cosa naturale e soft come quella di chiedere di esibire un biglietto del bus - afferma Alessandro Piana, commissario della Lega, a Imperia - possa diventare un concreto pericolo per i lavoratori, che quindi sono costretti a svolgere le loro mansioni con ansia e paura”.

E poi: "Purtroppo, a causa delle politiche lassiste del centrosinistra, ormai nel nostro Paese sono migliaia gli episodi del genere - aggiunge - Dai mezzi pubblici della Rt a quelli dell'Amt di Genova e di altre aziende di trasporto pubblico liguri e italiane.

Per non parlare di quanto accade sui treni regionali e nazionali. In questo ultimo, ennesimo caso, sembra che l'africano appartenga a un gruppo di migranti arrivati da qualche tempo in zona grazie alle politiche buoniste".

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