Albanesi rubarono in 100 case, ma sono liberi per errore del gip

La Cassazione ha rilasciato i due presunti ladri: "Manca un'adeguata motivazione che giustifichi le esigenze cautelari"

Albanesi rubarono in 100 case, ma sono liberi per errore del gip

Erano accusati di aver svaligiato oltre 100 case. Ma la Cassazione ha liberato due albanesi, arrestati lo scorso aprile dai carabinieri, per dei vizi formali. Il gip, infatti, non avrebbe motivato adeguatamente le esigenze cautelari.

Secondo l'accusa, i due indagati avrebbero preso parte a una banda di sei persone (5 cittadini albanesi e 1 italiano), arrestata lo scorso aprile dai carabinieri, con l'accusa di aver svaligiato oltre 100 abitazioni, operando per mesi nelle campagne tra Asti, Torino e Cuneo. A raccogliere le prove dei furti erano stati gli stessi ladri. Infatti, la banda era solita scattare una foto alle proprie vittime, mentre dormivano: una sorta di souvenir, che testimoniava l'avvenuta rapina. A carico dei due albanesi rilasciati c'erano anche, come ricorda la Verità, diverse intercettazioni ambientali, tracciamenti gps e il ritrovamento di armi, oltre all'"album" fotografico delle vittime, custodito sui cellulari.

Ma, a causa di un vizio di forma, a settembre la quarta sezione penale della corte di Cassazione ha scarcerato i due cittadini albanesi: il gip, infatti, non avrebbe fornito un'adeguata motivazione che giustificasse le esigenze cautelari. E i giudici hanno "annullato senza rinvio" le ordinanze emesse dal gip e dal tribunale del Riesame, azzerando mesi di indagini e intercettazioni. La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa, riportando in libertà i due indagati (gli altri 4 della banda sono rimasti in carcere).

Ma, che qualcosa non andasse nei documenti del gip lo aveva già notato il Riesame, commentando l'ordinanza come "al quanto sintetica, priva effettivamente di un’analisi delle singole personalità degli indagati, per come almeno emergenti dalle indagini, e legate solo alle caratteristiche dei fatti in via più generale". Secondo quanto riportava il Corriere della Sera, però, i giudici del Riesame non avevano annullato l'ordinanza, integrandola con una forma diversa.

Ma la Cassazione aveva precedentemente spiegato che "il tribunale del Riesame provvede all’annullamento del provvedimento impugnato sia nel caso di motivazione inesistente, cui va equiparata quella di motivazione meramente apparente che si risolva in mere clausole di stile, sia in caso di motivazione non autonoma rispetto alla richiesta del pubblico ministero". L'annullamento dell'ordinanza, quindi, avrebbe dovuto esserci anche a causa della forma non consona usata dal gip.

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