Dopo un lungo pianto liberatorio, la 22enne di Ancona è finalmente riuscita a raccontare la propria storia, confidandosi con le psicologhe che da giorni la stanno assistendo.
Ancora sotto choc e distrutta dalle brutali violenze subìte nel covo dei pusher nigeriani, la giovane ha messo da parte il forte senso di dolore ed umiliazione che la affligge per confidarsi con il personale della sezione reati contro la violenza di genere. “Mi ha violentata una quindicina di volte in tre mesi” esordisce, quando oramai si è fatta notte inoltrata, come riporta “Il Mattino”.
La bestia che l’ha legata a sé, approfittandosi della sua dipendenza dalla droga, si chiama Isaac Adetifa Adejoju, ma nella zona tutti lo chiamano semplicemente “Boss”.
Il 36enne nigeriano, autore dei numerosi stupri perpetrati ai danni della ragazza e responsabile di aver addirittura aizzato un pitbull contro un ispettore di polizia, ha finalmente un nome ed un cognome. Adejoju è un clandestino pluripregiudicato, assai noto nella lotta al traffico di sostanze stupefacienti. Senza alcun permesso di soggiorno, l’africano è arrivato in Italia nel lontano 2011 e da allora delinque nel nostro Paese. “Uno definito come aggressivo e pericoloso dalla sua stessa comunità”, ci tiene a far sapere il capo della squadra mobile, Carlo Pinto.
Adejoju si è stabilizzato ad Ancona nel 2015, dove la sua strada si è poi incrociata con quella della sua vittima. Stando a quanto riferito dalla 22enne, è stato il suo ex fidanzato a presentarle il suo aguzzino, aprendole le cosidette “porte dell’inferno”.
La dipendenza dalla sostanza era troppo forte per resistere ed ogni volta la giovane finiva con il rivolgersi agli abitanti della casa degli orrori al numero 32 di via Pergolesi. Adejoju era sempre lì ad attenderla, le offriva la droga, le faceva “assaggiare” nuovi stupefacenti. “Tienila, prendi, non voglio niente”, le diceva. Una menzogna. Come la giovane entrava in quello stato di stordimento dovuto alla droga, il nigeriano abusava sessualmente di lei. “Prima mi drogava e poi mi stuprava”.
Gli agenti della mobile l’hanno trovata nel letto di Adejoju, seminuda, sciupata e quasi del tutto incosciente. Da quel martedì la ragazza è stata affidata alle cure dell’ospedale Salesi di Ancona. Il nigeriano, invece, è finito dietro le sbarre con le accuse di violenza sessuale continuata e aggravata dalla minorata difesa, e cessione di stupefacenti aggravata dallo scambio sessuale.
E dire che il 37enne, precedentamente arrestato per spaccio di stupefacenti, e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale era certo di averla fatta franca. Il giudice, infatti, lo aveva immediatamente rimesso in libertà dopo avergli assegnato una pena di 8 mesi ed una multa di 400 euro da pagare.
Gli agenti di polizia lo hanno incastrato il giorno successivo per quanto commesso ai danni della 22enne, ed ora il criminale si trova chiuso nella casa circondariale di Montacuto.
“In casa spesso c’era altra gente, ma restavano tutti a guardare, nessuno interveniva nemmeno se gridavo aiuto”, ha raccontato la
vittima. E infatti erano 9 nigeriani, 8 uomini ed una donna, ad occupare abusivamente quella stamberga.Un racconto che fa rabbrividire, e che rimanda fin troppo bene a quanto è accaduto alla povera Desirèe.
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