La morte di Alika Ogorchukwu, ucciso a Civitanova Marche venerdì pomeriggio da Filippo Ferlazzo nel corso principale della città, ha lasciato un profondo segno nella comunità e in tutto il Paese. La fidanzata dell'assassino non cerca giustificazioni per l'uomo, non cerca scuse per quel gesto atroce ma spiega lucidamente agli investigatori cosa è accaduto in quei minuti che hanno cambiato per sempre la vita di molte persone. Ma soprattutto ha cambiato quella di Alika Ogorchukwu, morto per mano dell'operaio salernitano che ora, dalla cella del carcere di Monteacuto piange per quanto ha fatto e si professa "invalido al 100%" per problemi psichiatrici.
La ricostruzione della fidanzata
Elena D., fidanzata e convivente di Ferlazzo, ha raccontato con precisione la dinamica di quanto accaduto prima e dopo il pestaggio, durante il quale lei non era presente. "Quel signore con la stampella è venuto verso di noi e ci ha chiesto dei soldi, mi ha preso per un braccio. Ma lì per lì non è successo niente, io mi sono divincolata senza problemi, non ero affatto sconvolta e così siamo andati avanti per la nostra strada, fino a un negozio di abbigliamento", ha spiegato la donna, sentita come testimone, nel suo racconto messo a verbale dagli inquirenti riportato dal Corriere della sera. A quel punto, Elena è entrata all'interno del negozio per acquistare un paio di pantaloni per Ferlazzo, che non è entrato.
Nel momento in cui lei è uscita per chiamarlo, perché aveva trovato quello che cercavano, lui non c'era più. "L'ho visto arrivare verso di me sporco di sangue, con un cellulare in mano che non era il suo. Gli ho detto: Filippo che hai fatto, che hai combinato? Lui mi ha risposto piano all'orecchio, quasi sussurrando: 'Andiamo, ho picchiato uno'...". A quel punto, la donna ha spiegato di aver capito cosa fosse successo: "Io ferma là in Corso Umberto I davanti a quell'uomo per terra che i medici stavano cercando disperatamente di rianimare. Pregavo dentro di me che si risvegliasse, ma poi ho capito che non c'era più niente da fare. E ora la nostra vita, il nostro amore, è distrutto per sempre".
I pianti in carcere
Filippo Ferlazzo in carcere sarebbe disperato. Così riferisce il Messaggero, riportando le parole dell'avvocato Roberta Bizzarri, difensore d'ufficio dell'uomo. "È veramente addolorato, ha pianto sempre, non si capacita che quell'uomo è venuto a mancare", spiega il legale. Oltre che di omicidio, Ferlazzo è accusato anche di rapina per aver sottratto il telefono all'uomo ma il suo avvocato spiega: "Era quello della vittima, ma lui non se n'è neanche accorto, pensava fosse il suo". Ora, l'avvocato Bizzarri sta preparando la difesa di Ferlazzo ed è pronta a chiedere la perizia psichiatrica. "Sono invalido civile al 100 per cento, avvocato, ho problemi psichiatrici, mia madre Ursula ha tutti i documenti del Tribunale di Salerno, se li faccia mandare, mi hanno giudicato bipolare e border-line", ha spiegato l'assassino al suo legale.
Le dichiarazioni dell'uomo vanno ancora verificate ma il Corsera spiega che, da fonti sanitarie emergerebbe il quadro di un uomo "psicopatico antisociale", diagnosi effettuata in gioventù a Salerno.
In passato, Ferlazzo aveva mostrato anche altri episodi di aggressività tanto che sua madre era stata nominata sua amministratrice di sostegno. Il messaggero, inoltre, riferisce che l'uomo era stato ricoverato lo scorso aprile a Civitanova Marche, dove sarebbe stato sottoposto a visite psichiatriche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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