Arcigay contro Expo: "Manifestazione machista e omofoba"

Il presidente Flavio Romani lancia la proposta di un padiglione che celebri "il genio lesbico, omosessuale e trans" dell'Italia

Arcigay contro Expo: "Manifestazione machista e omofoba"

Le associazioni gay alla guerra di Expo: la protesta contro l'Esposizione Universale di Milano arriva dal presidente di Arcigay Flavio Romani, che in una lettera a Klaus Davi si scaglia contro quella che definisce "una fiera del virilismo e del pensiero unico leghista, a firma dell'iper-macho Maroni".

"Non siamo stati coinvolti a livello ufficiale, non c’è stata nessuna apertura per presentare le nostre istanze, per essere in qualche modo all’interno del meccanismo dell’Expo in maniera forte, e non c’è nulla dedicato al mondo gay: un vero peccato - si lamenta Romani - perché Milano (capitale della cultura LGBT con la moda, la pubblicità il design) non si merita questo, anzi, si meriterebbe un Expo con un respiro culturale più ampio, com’è giusto per una città cosmopolita come Milano."

Il presidente di Arcigay non ha dubbi: l'unico modo per essere presenti a Expo sarà quello di comprare uno spazio, "proprio come se fossimo un'azienda, un espositore qualsiasi, uno stand." E decide di passare all'attacco citando i casi giudiziari sorti intorno agli appalti legati all'Esposizione di Rho: "E’ un fatto giudiziario che alcuni vertici indagati dell’Expo abbiano preferito trescare con avanzi di galera piuttosto che con l’Universo LGBT. Il giro d’affari del turismo gay forse a Sala non interessa? Dai verbali dei magistrati alcuni suoi collaboratori preferivano altri “giri.” ai nostri".

Infatti è proprio sul lato economico che Romani sceglie di puntare per la sua critica a quella che lui definisce un'esclusione ingiusta: "Le regioni, le città con maggiore senso di libertà con maggiori possibilità, in cui vengono azzerate le differenze sono influenzate dalla cultura LGBT . . Il giro d’affari del turismo gay è stimato in è di 50 miliardi nel mondo, ma alla coppia di fatto Sala e Maroni questo dato non sembra interessare”.

Per rilanciare la sua proposta, il presidente di Arcigay lancia un'idea che sarà destinata a far discutere: un padiglione dedicato alla cultura gay in Italia: "da Leonardo fino a Marsilio Ficino, da Sandro Penna a Dario Bellezza, da Michelangelo a Aldo Palazzeschi, appellandosi a Renzi affinché la manifestazione non diventi una sagra dell’edilizia e delle tangenti, ma un’opportunità per promuovere l’eccellenza italiana all’estero.

"

"Una cultura - spiega Romani - che deve tantissimo al genio lesbico, omosessuale e trans, ma del quale Sala e Maroni hanno tanto terrore da schifare l’indotto che ne dovrebbe derivare."

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